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Trovato morto il papà di Pamela Mastropietro: non rispondeva al telefono da giorni

Il padre della 18enne uccisa e fatta a pezzi a Macerata è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione. L’autopsia dovrà stabilire le cause del decesso.
A cura di Simona Berterame
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Da alcuni giorni Stefano, il padre di Pamela Mastropietro, non rispondeva al telefono. Amici e parenti non riuscivano a rintracciarlo, sembrava sparito nel nulla. L'uomo invece si trovava a casa sua, un appartamento a Morena all'interno di una palazzina famigliare. Le forze dell'ordine lo hanno trovato riverso a terra nel salotto, ormai senza vita. Il cadavere è stato scoperto ieri mattina dalla polizia del commissariato di Romanina, allertata dai familiari del 44enne. L'ipotesi degli inquirenti è che Stefano sia stato colto da un malore e abbia sbattuto la testa. La causa del decesso, risalente a 4 o 5 giorni prima del ritrovamento, dovrà essere confermata dall'autopsia disposta dal pm. Sul suo corpo non sarebbero stati rinvenuti segni di violenza, solo alcune macchie di sangue intorno al corpo compatibili con una ferita accidentale dovuta al malore.

Il messaggio della mamma di Pamela

"Almeno tu ora puoi riabbracciarla. Vi mando un grandissimo abbraccio angeli. Amore di mamma accogli il tuo papà tra le tue braccia". Alessandra Verni, la mamma di Pamela, ha voluto ricordare l'ex compagno con un breve messaggio su Facebook insieme alla fotografia di padre e figlia abbracciati. Un nuovo dolore per Alessandra, nel giorno già travagliato della festa della mamma. I due infatti non erano più una coppia, ma stavano portando avanti insieme la battaglia giudiziaria per la morte della loro unica figlia.

Il caso di Pamela Mastropietro

La 18enne romana è stata uccisa, violentata e fatta a pezzi il 30 gennaio 2018. Il suo corpo smembrato è stato ritrovato all'interno di due trolley abbandonati sul ciglio di una strada secondaria in provincia di Macerata. Pamela era fuggita da una comunità per tossicodipendenti a Corridonia, in provincia di Macerata. Lungo la sua fuga ha incontrato Innocent Oseghale, condannato all'ergastolo il 22 febbraio scorso, durante il processo d'appello bis a suo carico davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Perugia. Ora l'ultima parola spetta, per una seconda volta, alla Cassazione.

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