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Tribunale di Roma dà ragione a due mamme: sul documento della figlia sarà scritto solo ‘genitori’

Sulla carta d’identità di una bimba figlia di due mamme ci sarà scritto ‘genitori’. Il giudice ha accolto il loro ricorso, disapplicando il decreto Salvini.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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I giudici del Tribunale di Roma hanno accolto il ricorso di due mamme, sulla carta d'identità elettronica valida per l'espatrio della loro figlia rilasciata dal Comune di Roma ci sarà scritto ‘genitori' e non ‘mamma' e ‘papà'. Ora il Campidoglio terminata la vicenda giudiziaria dovrà adeguarsi in tal senso. Una qualifica neutra, che permette alle due madri di essere indicate correttamente sul documento, senza discriminazioni. Un ricorso che hanno presentato sostenute dagli avvocati Vincenzo Miri e Federica Tempori delle associzioni Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno. Ad esprimersi sulla richiesta i giudici della XVIII Sezione del tribunale civile di Roma che ha disapplicato il decreto Salvini. L'ex ministro degli Interni infatti il 31 gennaio del 2019 aveva fatto in modo di modificare ‘genitori' con ‘padre' e ‘madre' per le persone che esercitano la responsabilità genitoriale sui documenti dei minorenni. Una modifica che di fatto ha creato non pochi problemi alle famiglie omogenitoriali.

Il giudice: "Padre e madre dicitura falsa per famiglie omogenitoriali"

Il giudice ha precisato: "La carta d’identità è un documento con valore certificativo, destinato a provare l’identità personale del titolare, che deve rappresentare in modo esatto quanto risulta dagli atti dello stato civile di cui certifica il contenuto. Ora, un documento che, sulla base di un atto di nascita dal quale risulta che una minore è figlia di una determinata donna ed è stata adottata da un’altra donna, indichi una delle due donne come ‘padre', contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà ed integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico (artt. 479 e 480 cod. penale)".

Avvocato delle mamme: "Decreto Salvini offende dignità di tante famiglie"

"La sentenza rappresenta un importante risultato – ha commentato l'avvocato Vincenzo Miri – Purtroppo il Governo non ha ancora annullato il decreto e, così, continua ancora oggi a offendere la dignità e l’identità di tante famiglie, che volta per volta dovrebbero chiedere a un Tribunale di disapplicare il decreto Salvini per vedersi riconosciuti i propri diritti fondamentali". Alessia Crocini, avvocata dell'associazione Famiglie Arcobaleno ha definito la sentenza del giudice "una grande vittoria giudiziaria per le famiglie composte da due mamme o da due papà. La dicitura ‘genitori' infatti è inclusiva e rappresenta correttamente tutte le famiglie. Si attende ora un’altra pronuncia del Tribunale di Roma, sempre rispetto a due mamme, assistite dagli avvocati Mario Di Carlo e Susanna Lollini".

Secondo fonti di Palazzo Chigi, il Governo ha deciso di esaminare la questione con ‘particolare attenzione', perché metterebbe a rischio il sistema di identificazione personale.

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