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Tiziana Laudani morì precipitando per una grata mancante: 5 anni dopo aspetta ancora giustizia

La famiglia di Tiziana Laudani chiede giustizia per la morte della giovane, precipitata il 9 agosto 2016 nei garage sotterranei di largo San Giuseppe Artigiano, in zona Tiburtina perdendo la vita nell’impatto. Il processo contro il curatore fallimentare è in corso e la prossima udienza è prevista per il prossimo dicembre.
A cura di Simona Berterame
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Il 9 agosto di cinque anni fa Tiziana Laudani è precipitata nei garage sotterranei di largo San Giuseppe Artigiano, in zona Tiburtina. Il motivo? Una grata mancante. La trentasettenne romana morì dopo un volo di otto metri. Oggi il teatro della tragedia giace ancora nell'incuria e nell'abbandono, nonostante le denunce e gli appelli diffusi dai familiari della vittima. "Potrebbe accadere di nuovo – ripete ormai da anni Ombretta, sorella di Tiziana – non c'è alcuna sicurezza anche dopo una tragedia simile".

La piazza in ricordo di Tiziana

"Noi non ti dimentichiamo Tiziana, un angelo caduto in volo" recita lo striscione affisso in occasione dell'anniversario della morte. Anche quest'anno il comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio, presieduto da Fabrizio Montanini, ha organizzato una commemorazione in ricordo di Tiziana, scomparsa a soli 37 anni lasciando orfano un bimbo di appena 11.

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"Non avrò pace finché non avrò una sentenza" afferma il padre Carlo in riferimento al processo contro il curatore fallimentare, che era stato incaricato di gestire il cantiere dopo il suo abbandono. In quell'area infatti sarebbe dovuto sorgere un parcheggio mai realizzato.  Il progetto del cantiere è stato autorizzato nel 1997 e un anno dopo, nel 1998, è stato firmato l'atto notarile tra il Campidoglio e la Società Fidia Costruzioni Generali (poi Sile srl). Il via libera alla realizzazione è arrivato solo nel 2008, 10 anni dopo, e nel 2012 i lavori sono stati interrotti per fallimento. Le udienze sono ripartite dopo lo stop dovuto alla pandemia e la prossima è prevista a dicembre. "Non mollo, chiederò sempre giustizia per mia sorella. Non mi arrenderò mai" conclude Ombretta.

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