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“Ti spezzo la sedia in testa”, condannati per tortura operatori del Centro gestito dalla Croce Rossa

Violenze fisiche e verbali ai pazienti del centro di educazione motoria gestito dalla Croce Rossa a Roma. Arrivano le prime tre condanne agli operatori sociosanitari per i reati di tortura e maltrattamenti, un assolto invece per non aver compiuto il fatto.
A cura di Enza Savarese
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Immagine di repertorio
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Erano accusati del reato di tortura e maltrattamenti ai danni dei pazienti del Centro di educazione motoria (Cem). In tribunale arriva la condanna per quattro operatori sociosanitari e un'assoluzione "per non aver commesso il fatto". A costituirsi parte civile anche la Croce Rossa italiana che nell'aprile del 2023 aveva sporto denuncia ai carabinieri di Roma dopo aver notato segni di violenze su uno dei pazienti del centro.

Maltrattati nel centro della Croce Rossa: le prime tre condanne

"Ti spezzo la sedia in testa. Stasera ti mando all'ospedale". A dirlo uno degli operatori sociosanitari del Centro di educazione motoria a Roma che lavorava nella struttura gestita dalla Croce Rossa italiana Si tratta solo di alcune delle prove collezionate con delle telecamere nascoste dai carabinieri nel corso delle indagini avviate ad aprile 2023. Ora sono tre i condannati per il reato di tortura e maltrattamenti dopo il processo svolto con rito abbreviato dal tribunale di Roma. Per loro il giudice ha inflitto pene comprese tra i tre anni e quattro mesi e i due anni e quattro mesi. Solo uno degli accusati invece è stato assolto per non aver commesso il fatto. Già lo scorso gennaio due imputati sono stati rinviati a giudizio, mentre quattro avevano chiesto il patteggiamento: per due di loro la pena inflitta è stata di quattro anni di detenzione. Gli altri due hanno patteggiato invece a due anni con la possibilità di sospensione della pena se iniziano un percorso di recupero.

L'avvio delle indagini dopo un livido per percosse su un paziente 

Le indagini erano partite da un livido sospetto su un paziente della struttura. Per i vertici della Croce Rossa che gestivano il Cem a Roma in via Ramazzini non c'erano dubbi che quelle ferite fossero state causate in seguito a delle violenze. Quella ferita era infatti solo la punta dell'iceberg. Le indagini portate avanti dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma hanno portato alla luce maltrattamenti continui ai pazienti del centro da parte degli operatori sociosanitari che lavoravano nella struttura. Sin da subito i vertici della Croce Rossa che gestivano il centro si sono costituiti parte civile nel caso, assistendo le vittime e i loro familiari. Nel luglio del 2024 dopo i primi arresti da parte dei carabinieri, il presidente della CRI, Rosario Valastro aveva espresso massima vicinanza alle vittime. "Esprimiamo massima vicinanza a tutti gli ospiti del Centro di Educazione Motoria (C.E.M.) e specialmente a coloro i quali hanno subito violenze, nonché alle loro famiglie che nelle nostre attività e nell’operato della CRI ripongono da sempre massima fiducia", scriveva in una nota.

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