Taglio di 50 milioni alla Metro C, l’assessore Patanè: “Se governo non ci da i fondi, faremo un mutuo”

"Non è un problema di soldi: è l’assurdità del taglio in sé". L'assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè torna a parlare dei fondi governativi per la Metro C a qui sono stati tolti 50 milioni. Una cifra che a Fanpage.it aveva già definito "il sassolino che fa venir giù la montagna". Sul totale del progetto per la tratta T1, da piazzale Clodio alla Farnesina, sono una piccola percentuale, ma, per la Legge Obiettivo del 2001, "non si può approvare un'opera pubblica se non si hanno tutti i fondi necessari per realizzarla". Inoltre, la giunta capitolina deve tenere la guardia alta anche per un altro progetto importante per il trasporto pubblico: il prolungamento della linea A fino a Torrevecchia, passando anche dalla futura fermata di Bembo.
C'è stato il problema del taglio dei fondi alla Metro C. Adesso, invece, c'è il prolungamento della Metro A fino a Torrevecchia, con i finanziamenti sarebbero da cercare a livello governativo. Dopo il taglio alla Metro C è fattibile trovare fondi — che dovrebbero essere anche più alti — per il prolungamento della Metro A?
Sono due cose diverse. Una cosa sono i finanziamenti per la tratta T1 della Metro C, che erano fondi residui, cioè rimanenze di quelli stanziati per le tratte precedenti, e che il governo ha tagliato. Per la Metro A il discorso è diverso. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiesto al Ministero dell'Economia dieci miliardi per le città, per finanziare tutta una serie di progetti.
Bisogna capire se questi dieci miliardi ci sono: al momento non lo sappiamo, quindi non sappiamo ancora se ci sono i due miliardi per l’ammodernamento delle metropolitane o se verranno inserite norme speciali. Il finanziamento della Metro A dovrebbe rientrare proprio in quelle norme speciali: parliamo di circa un miliardo, un miliardo e cento, che sarà richiesto nel momento in cui avremo il progetto di fattibilità tecnico economica il 17 novembre.
Il tema quindi è: capire cosa intende fare il governo per nuove infrastrutture di Roma.
Sulla questione dei fondi per la tratta T1 della Metro C come vi state muovendo?
C'è stata una richiesta del MIT al MEF per il ripristino dei fondi. Parallelamente, deputati e senatori stanno facendo un grande lavoro in Parlamento per rimediare a questa ‘dimenticanza' a cui purtroppo assistiamo a ogni legge di bilancio. La dimenticanza sta nel fatto che fanno tagli lineari, ma si scordano che così tagliano anche opere già appaltate.
Venendo al concreto: che tempistiche seguirà il prolungamento della Metro A verso Torrevecchia, in caso di ritardi nei finanziamenti?
Nel momento in cui abbiamo i finanziamenti, possiamo bandire la gara per l’esecuzione dei lavori. Se nel bilancio 2026 vengono stanziati i fondi, allora la gara partirà lo stesso anno.
Restando sulle tempistiche ma della Metro C. In un evento di Unindustria, il sindaco Roberto Gualtieri aveva detto che l’obiettivo era completarla entro il Giubileo straordinario del 2033. È ancora fattibile dopo gli ultimi tagli?
Sì, è ancora fattibile. Se questa dimenticanza rientra — cioè se i 50 milioni vengono rimessi — possiamo completare la fase approvativa della tratta T1 e procedere come da cronoprogramma, aprendo i cantieri nella seconda parte del 2026, esattamente come stiamo facendo con la tratta T2 nella prima parte dello stesso anno, in cui puntiamo a iniziare i lavori per le fermate Chiesa Nuova, Castel Sant’Angelo, Ottaviano e Clodio/Mazzini. Nella seconda parte del 2026 apriremmo anche Auditorium e Farnesina. Parliamo dell’apertura dei cantieri, ovviamente.
Con le talpe che entreranno da Farnesina?
Sì, il montaggio delle talpe avverrà da Farnesina. Però le talpe non entrano subito. Le talpe verranno calate solo nella seconda metà del 2028, perché bisogna prima scavare e completare i diaframmi di stazione fino a 30 metri di profondità. Solo allora potranno entrare in funzione.
Se invece la legge di bilancio non dovesse essere emendata sui 50 milioni per la Metro C, avete un piano di riserva? Si potrebbero usare fondi comunali?
Certo. Se il governo facesse una cosa così grave, cioè togliere il sassolino che rischia di far crollare la montagna, saremmo noi a metterli. Ma con una perdita di tempo importante: non potremmo stanziarli entro il termine dell'approvazione definitiva del progetto della tratta T1. Dovremmo aspettare l’approvazione del bilancio comunale, che entra in vigore solo dopo il consuntivo della Corte dei Conti, quindi a febbraio.
Questo comporterebbe lo slittamento dei cantieri di alcuni mesi, oltre alla necessità di rifare la convenzione, perché diventerebbe un finanziamento compartecipato tra Stato e Comune, mentre oggi la T1 e la T2 è a finanziamento statale per il 70%. Il problema non sono i soldi: è il tempo che si perde nel dare vita a un nuovo procedimento amministrativo.
Il comune di Roma ha sempre fatto la propria parte e se ce lo dicevano prima la facevamo anche prima. Non è che si fanno belli, ci danno i soldi e poi all'ultimo miglio li togli.
Nel caso i 50 milioni dovessero essere coperti dal Comune, servirebbero nuove tasse o altri tagli?
No. Semplicemente faremo un mutuo.Essendo un investimento in conto capitale, possiamo farlo: la Costituzione vieta di farlo sulla parte corrente, ma lo consente sugli investimenti.
Inoltre voglio essere preciso, perché non mancano solo i 50 milioni, ma anche la reiscrizione dei fondi per enti, che sono 160 milioni e che servirebbero per le opere accessorie della tratta T1, come il parcheggio di scambio della Farnesina da 600 posti o il tronchetto di ricovero sotto Clodio-Mazzini. Senza quei fondi, abbiamo dovuto toglierle dal progetto. Quindi, in realtà, non mancano 50 milioni: ne mancano 210 in totale.
Aspettiamo a vedere se il Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile che si occupa dell'approvazione dei progetti infrastrutturale, ci rimette questi fondi per enti.