Stupro nel bar di viale Eritrea, blitz femminista al locale ancora aperto: “Non faremo finta di nulla”

Decine di ragazze si sono riunite questa mattina davanti il Bar "Il caffè, il gelato, il ristoro" di viale Eritrea in solidarietà alla donna che nei giorni scorsi ha denunciato una violenza sessuale avvenuta all'interno del locale stesso. "Sorella non sei sola, Trieste Salario zona fucsia", le parole scritte dalle giovani sullo striscione, che è stato aperto proprio davanti l'ingresso del bar, rimasto regolarmente aperto anche nei giorni successivi la denuncia della donna. Oggi, invece, le serrande del posto erano chiuse.
"Qualche giorno fa è stato commesso uno stupro da parte del proprietario di un bar del nostro quartiere – il messaggio che è circolato ieri per annunciare il presidio – Il bar è ancora aperto e frequentato e purtroppo non siamo stupit3. Noi però non faremo finta di nulla, il nostro quartiere deve essere zona fucsia".
Ciò che aveva causato indignazione è che, nonostante l'arresto del barista e proprietario del locale, questo fosse ancora aperto. Il 28enne, inizialmente portato nel carcere di Regina Coeli, è stato poi trasferito agli arresti domiciliari. Davanti ai militari ha negato ogni accusa, ma i carabinieri hanno trovato proprio nel seminterrato tracce che confermerebbero il racconto della donna. Diversi testimoni l'hanno inoltre vista entrare nel locale affannata, in uno stato di salute precario, e uscire poi dopo correndo, in preda al terrore e all'agitazione. La signora aveva sul volto graffi che indicherebbero un'aggressione, mentre nel seminterrato è stato poi trovato il cuscino con sopra i capelli che sarebbe stato usato proprio per non farla urlare.
Secondo quanto spiegato dalla donna, lei era entrata nel bar perché si stava sentendo poco bene. Ha chiesto un bicchiere d'acqua, e il proprietario le ha detto di andare nel seminterrato per sedersi e riprendersi. Ma proprio qui si sarebbe consumata la violenza, terminata dopo un'ora quando la donna è riuscita a fuggire.