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Sparatoria a Frosinone: interrogato di nuovo il killer Mikea Zaka, ma non risponde

Nuovo interrogatorio per il killer che ha sparato a Frosinone, Mikea Zaka, accusato di omicidio e triplice tentato omicidio, ma non parla. Nel frattempo disposta l’autopsia sulla vittima.
A cura di Beatrice Tominic
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Sparatoria a Frosinone.
Sparatoria a Frosinone.

Sottoposto ad un nuovo interrogatorio, Mikea Zaka continua a non rispondere. Zaka è accusato di omicidio e triplice tentato omicidio: è lui che nella serata di sabato scorso ha sparato in centro a Frosinone, davanti allo Shak Bar. Dalle tre della notte fra sabato e domenica scorsi, subito dopo i fatti, è stato ascoltato dagli inquirenti. Oggi è tornato ancora una volta davanti agli agenti, per un nuovo interrogatorio. Ma non ha parlato.

Nel frattempo è arrivato l'incarico dell'autopsia sul corpo della vittima e la copia forense delle memorie dei telefonini sequestrati. Ma le indagini non finisco qui: si cerca ancora l'arma del delitto, una pistola calibro 22, forse gettata nel fiume e anche il movente sembra tutt'altro che chiarito.

L'interrogatorio del killer: la ricerca al movente

Si è costituito intorno alle 21.30, poco dopo aver sparato, Mikea Zaka, il cittadino di nazionalità albanese che ha fatto fuoco contro quattro persone a Frosinone, uccidendone una, Kasem Kasmi. Sottoposto ad un nuovo interrogatorio, nella giornata di ieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere, forse temendo ripercussioni. Secondo quanto dichiarato nel corso del primo interrogatorio, avrebbe sparato perché temeva di essere aggredito dai quattro anche se in un primo momento aveva rivelato di aver agito per una donna che nell'ultimo periodo si frequentava con il killer, ma che prima si vedeva proprio con la vittima.

A confermare o meno questa versione dei fatti, non appena staranno meglio, ci dovranno pensare le persone rimaste ferite. Nel frattempo continuano le indagini: gli agenti non escludono che dietro alla sparatoria possano esserci affari di droga o prostituzione. Lo stesso Zaka è stato trovato in possesso, la scorsa estate, di 200mila euro: l'ipotesi è che possa essere stato il tesoriere di una banda criminale.

L'autopsia sul corpo della vittima

Mentre le indagini continuano, è stata disposta l'autopsia sul corpo di Kasmi per cercare di chiarire l'esatta causa della morte: l'ipotesi è che il colpo fatale possa essere stato quello che l'ha colpito al collo. Da affidare anche l'incarico per la copia forense delle memorie dei cellulari del gruppo di Kasmi, sequestrati subito dopo la sparatoria. Manca, però, quello di Zaka che non lo avrebbe avuto con sé al momento dell'arresto, come scrive Ciociaria Oggi.it.

La ricostruzione dei fatti

Tutta la sparatoria è stata registrate dalle videocamere di sorveglianza del locale di Frosinone, grazie alle quali gli inquirenti sono riusciti a ricostruire quanto accaduto dopo le 19 in via Moro. Il gruppo, di cinque persone, si trovava ad un tavolo del locale quando sono arrivati due coppie di fratelli in fila indiana, dopo aver lasciato una Lancia Y a noleggio con il motore acceso nei pressi del bar. Si sono diretti verso il gruppo di Zaka, forse li stavano cercando. Dopo una breve colluttazione hanno estratto l'arma e esploso i primi sei colpi, poi un settimo: forse è proprio quest'ultimo che potrebbe essersi rivelato fatale. Feriti anche il fratello della vittima, sottoposto d'urgenza ad un'operazione, e gli altri due, feriti a spalla e gamba.

La stessa versione, nel frattempo, era già stata dichiarata da quattro amici di Zaka verso i quali, almeno per il momento, non è stato adottato alcun provvedimento.

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