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Caso di contaminazione da plutonio a Roma, vittima un operaio: “Controlli su lavoratore ‘confortanti'”

Sospetto caso di contaminazione da plutonio per un operaio dell’ex centrale nucleare di Casaccia alle porte di Roma. Accertamenti in corso da parte dell’Isin, Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.
A cura di Enrico Tata
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Foto Sogin
Foto Sogin

Sospetto caso di contaminazione da plutonio presso l'ex centrale nucleare di Casaccia alle porte di Roma. Sarebbe rimasto coinvolto, nei giorni scorsi, un lavoratore in servizio presso l'attuale centro ricerche gestito dalla Sogin. Secondo l'Ageei, Agenzia di stampa sulle energie e le infrastrutture, i livelli riscontrati a fine turno di lavoro avrebbero superato di mille volte quelli di tolleranza.

Nell'impianto Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile) di Casaccia sono rimasti soltanto alcuni grammi di plutonio all'interno di un settore dismesso che in passato studiava la produzione di questo materiale e che dal 2003 è stato affidato alla Sogin, la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. L'Ansa riferisce che il grosso del plutonio di Casaccia è stato trasferito da tempo negli Stati Uniti.

Verifiche in corso da parte dell'Ispettorato per la sicurezza nucleare

L'Isin, Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, ha reso noto che sta "seguendo con la massima attenzione il caso di contaminazione registratosi presso l'impianto Plutonio del centro di Casaccia" che ha coinvolto un "lavoratore in servizio".

L'Ispettorato ha sottolineato in una nota che "nell'immediatezza della contaminazione ha effettuato una prima ispezione nell'impianto e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili sulla dinamica di quanto accaduto". Al momento, inoltre, la vicenda "sembra non prefigurare conseguenze severe", ma in ogni caso una seconda ispezione sarà effettuata nei prossimi giorni.

"Resta, naturalmente, l'esigenza di accertare quanto accaduto e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale – si legge ancora nella nota dell'Isin – che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia. Compito dell'Isin è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità".

"Nessun incidente nucleare, controlli su lavoratore ‘confortanti'"

In una nota Sogin precisa che "non vi è stato alcun incidente nucleare". L'azienda "esclude categoricamente che vi sia stata qualsiasi contaminazione dell'ambiente esterno. Il 21 novembre scorso, nel corso di attività di gestione di rifiuti radioattivi all'interno dell'impianto Plutonio, che si trova nel centro Enea di Casaccia, è stato riscontrato un evento di ‘contaminazione interna' di un dipendente con potenziale superamento dei limiti di dose annuale prescritti dalla normativa. Sogin ha subito informato di quanto accaduto tutte le Autorità", la ricostruzione dell'incidente.

"Sono state immediatamente attivate le procedure previste dalla legge finalizzate a tutelare la salute dei lavoratori, così come avviene ordinariamente. I monitoraggi effettuati e conclusi oggi pomeriggio registrano valori confortanti. Sogin continuerà a monitorare la situazione nel rispetto delle procedure previste".

L'interrogazione del Pd a Pichetto Fratin: "Riferisca in aula"

Sulla sospetta contaminazione i deputati del Partito democratico Simiani, Peluffo, Di Sanzo, Laus e D'Alfonso hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin per chiedere "se sia stato informato tempestivamente di quanto avvenuto, di quali elementi conoscitivi disponga in relazione all'incidente e, in particolare, in merito allo stato di contaminazione del sito e al progetto al quale stava lavorando l'operaio coinvolto e se siano state messe in atto misure idonee ad assicurare la massima sicurezza e protezione sanitaria per la popolazione".

Inoltre i deputati chiedono al ministro "quali iniziative urgenti intenda intraprendere per accelerare l'iter di individuazione del deposito unico nazionale delle scorie radioattive al fine di anticipare, rispetto alla previsione del 2039, la sua messa in esercizio".

Torquati (Municipio XV di Roma): "Fare chiarezza"

"Visti i dispositivi di protezione da sempre utilizzati dal centro è una notizia che ci coglie di sorpresa e che confidiamo venga chiarita senza nessuna conseguenza, in primo luogo per il lavoratore coinvolto al quale rivolgo un augurio", ha dichiarato all'AdnKronos Daniele Torquati, presidente del Municipio XV di Roma, territorio nel quale si trova il centro ricerche Casaccia dell'Enea.

"Per quanto ci riguarda, come amministrazione locale abbiamo da sempre confidato nella riconosciuta professionalità degli operatori del centro e del piano di sicurezza della Prefettura, nonostante comunque per il territorio e per le comunità di Cesano e Osteria Nuova sia comunque un aggravio per cui annualmente veniamo ristorati dal Cipe".

Contaminazione da plutonio, cosa si rischia

L'operaio del centro di Casaccia è stato vittima di una contaminazione radioattiva. I materiali radioattivi, come il plutonio, possono contaminare tutto ciò che incontrano, dal suolo all'acqua, dall'aria alle coltivazioni, fino agli animali e agli esseri umani. Si parla di contaminazione esterna quando il materiale radioattivo entra in contatto con pelle, indumenti o capelli. Si parla di contaminazione interna quando il materiale viene inalato, ingerito o assorbito.

Gli effetti sulla salute variano dalla quantità del materiale radioattivo, dalla tipologia, dall'età dell'individuo esposto, dall'intensità e dal tempo di esposizione. Dopo che le radiazioni danneggiano una cellula, il danno potrebbe essere riparato in maniera errata, dando origine a mutazioni ed errori, con il rischio di sviluppare forme tumorali.

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