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Guerra in Ucraina

Sofia torna a camminare: la nuova vita della bimba ucraina che ha perso tutta la famiglia in guerra

Dopo essere rimasta l’unica sopravvissuta della sua famiglia, vittima di un agguato mentre stava fuggendo da Kiev il giorno dopo lo scoppio della guerra, Sofia è tornata a camminare.
A cura di Beatrice Tominic
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È l'unica sopravvissuta della sua famiglia: sua sorella Polina, la prima a perdere la vita mentre i suoi genitori stavano tentando la fuga da Kiev, con i suoi capelli rosa, è diventata il volto della guerra in Ucraina in breve tempo. Lei, Sofia, dopo la morte dei suoi familiari è riuscita a raggiungere l'Italia e oggi, dopo settimane di cure e a poco più di un mese dal compleanno in cui festeggerà 14 anni, è tornata a camminare dopo una diagnosi che sembrava non lasciarle scampo.

La riabilitazione

"Sofia è in grado di camminare benino ed è avviata a un recupero quasi completo – ha dichiarato il direttore Dipartimento Neuroscienze e neuroriabilitazione del San Raffaele di Roma Paolo Maria Rossini a La Stampa – Sta cominciando a disegnare con la sinistra, non riesce ancora a usare il braccio destro. "Per pochi millimetri non ci ha rimesso la vita, – racconta a La Stampa Paolo Maria Rossini, direttore del Dipartimento Neuroscienze e neuroriabilitazione del San Raffaele di Roma, – ma il suo sistema nervoso è stato capace di riorganizzarsi, grazie al fatto che era rimasto intatto qualcosa del midollo e grazie alla giovane età".

Nel frattempo la piccola è seguita anche da una psicologa ucraina, Kateryns Chesnevska, che insegna anche Taekwondo, sport che Sofia ha praticato per 4 anni in Ucraina. Adesso vuole tornare in Ucraina, anche se già ha capito cosa è successo ai suoi familiari: "Ogni tanto racconta di sua madre o di sua sorella Polina, ha pianto tantissimo, ma ha avuto coraggio ed è una ragazzina molto forte – ha detto la psicologa – Lei e sua nonna hanno condiviso il dolore: è così che ha smesso di aver paura di cadere e si è messa in piedi, ha fatto i primi passi e si è esercitata da sola."

Le cure al San Raffaele di Roma

La piccola era arrivata all'ospedale San Raffaele di Roma lo scorso 4 marzo, dove è stata ricoverata. Secondo le prime visite, la diagnosi era quella di tetraparesi: la ragazzina, secondo quanto avevano dichiarato i medici, non sarebbe stata mai più in grado di camminare e sarebbe rimasta paralizzata a tutti e quattro gli arti, per colpi di arma da fuoco. Arrivata a Roma, dove ha trovato sua nonna Svitlana, però, Sofia non si è mai arresa.

L'agguato durante la fuga

Ad un giorno dall'inizio dell'attacco della Russia e dall'inizio della guerra in Ucraina, il 25 marzo scorso, Sofia e la sua famiglia sono saliti in macchina per fuggire dal Paese. Mentre stavano percorrendo la strada a bordo della loro automobile, alcuni soldati russi hanno sparato contro di loro. I suoi genitori, suo fratello e sua sorella sono morti nell'agguato, mentre lei, colpita da quattro proiettili sulla schiena, è riuscita a sopravvivere.

Anche Vadim, ustionato dalle bombe, è in via di ripresa

Un altro dei giovani sopravvissuti alla guerra in Ucraina e presi in cura nel nostro Paese è in via di ripresa. Il ragazzo, che invece ha 17 anni, è arrivato al Sant'Eugenio in condizioni estreme, dopo essere stato ustionato dalle bombe mentre stava cercando di salvare sua mamma che, invece, purtroppo è morta. Dopo l'intervento chirurgico e ricostruttivo, insieme a Sofia, come ha dichiarato l'assessore alla Salute della regione Lazio Alessio D'Amato, rappresenta un esempio di buona sanità e di accoglienza che onorano la nostra regione e che stanno ridando la speranza.

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