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Shaboo e oppio nelle scatole dei biscotti: come chili di droga viaggiavano dall’Iran all’Italia

Marito e moglie erano al vertice di un traffico internazionale di droga. Shaboo e oppio arrivavano dall’Iran all’Italia nelle scatole dei biscotti, grazie a turisti che le trasportavano in valigia. Sei le misure di custodia cautelare.
A cura di Alessia Rabbai
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La droga nascosta nelle scatole dei biscotti scoperta dai carabinieri
La droga nascosta nelle scatole dei biscotti scoperta dai carabinieri

Importavano shaboo e oppio dall'Iran in Italia, la droga era nascosta all'interno delle scatole dei biscotti e la trasportavano alcuni turisti in valigia. Un piano ben collaudato, che i carabinieri della Compagnia di Roma Centro coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti hanno scoperto. I militari, su disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale, hanno eseguito misure cautelari nei confronti di sei persone indagate, che avrebbero partecipato a vario titolo ai reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.

Quattro di loro, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh, sono stati portati in carcere; una donna filippina è agli arresti domiciliari; una donna iraniana ha ricevuto la misura del divieto di dimora nel Comune di Roma. Tra aprile e novembre del 2021 sono stati importati in Italia 21 chili di shaboo e 3 chili di oppio. Tredici gli indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti, 6 sono stati arrestati in flagranza di reato e convalidati. Sequestrati anche 25mila euro, ritenuti guadagno dell’attività di spaccio.

Al vertice del traffico internazionale di droga moglie e marito

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I provvedimenti sono scattati alla fine di una complessa attività d'indagine dei condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro coordinata dalla Procura, durata circa sei mesi. L’operazione si è svolta stamattina presto e ha impegnato i carabinieri in provincia di Roma. Tutto è partito dall'arresto di un cittadino bengalese, che a giugno del 2021 aveva con sé 530 grammi di shaboo. Le indagini fatte attraverso attività tecniche e telematiche e servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno permesso agli investigatori di risalire al capo del gruppo, che coordinava il piano, intorno al quale si muoveva la sostanza stupefacente. È un cittadino iraniano, in Italia da circa 25 anni, che si trovava già agli arresti domiciliari, sempre per droga.

Dirigeva i viaggi della droga "da remoto", sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, grazie a vari collaboratori. Erano in mano a lui, aiutato dalla moglie, i rapporti con chi comprava, con i "galoppini" ossia coloro i quali sbrigavano materialmente le commissioni e con i fornitori in Iran. Hanno arrestato entrambi, i militari a dicembre 2021 hanno perquisito la loro abitazione, all'interno della quale hanno trovato e sequestrato 2,3 chili di shaboo, 1,4 chili di oppio, che erano nascosti nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran.

Come la droga viaggiava dall'Iran all'Italia

Le indagini hanno poi portato i militari a risalire al canale attraverso il quale la droga dall'Iran arrivava in Italia. Il metodo coinvolgeva turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una parte del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia "i sapori" della loro terra, appunto i biscotti. Invece trasportavano la droga, rischiando, se arrestati in Iran, la pena di morte. Arrivato nella Penisola, lo stupefacente veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e conservato in alcuni depositi, per poi essere venduto nelle piazze di spaccio romane, sfruttando la manodopera a basso costo, costituita da cittadini filippini e bengalesi.

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