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Scuola, non tutti passeranno l’anno: “Terremo conto delle difficoltà, ma ci saranno bocciature”

La fine della scuola si avvicina e nelle scuole romane si stanno svolgendo gli ultimi compiti in classe in vista degli scrutini finali. Ai microfoni di Fanpage.it i presidi delle scuole hanno spiegato come gli istituti si sono organizzati per evitare che la raffica di verifiche possa sovraccaricare troppo gli studenti.
A cura di Paola Palazzo
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Foto di repertorio - maturità 2020
Foto di repertorio – maturità 2020
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Manca meno di un mese alla fine della scuola e nelle classi si assiste a una maratona di verifiche in vista degli scrutini finali. Per evitare che i ragazzi possano accusare il colpo, soprattutto dopo un anno e mezzo passato in Dad, molti istituti romani hanno modificato i piani di offerta formativa. "Solitamente si stabiliscono tre prove per ogni disciplina – spiega ai microfoni di Fanpage.it Cristina Costarelli, preside del liceo Newton e vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi Lazio – ma non c'è una norma vincolante. Quest'anno molti collegi dei docenti hanno deciso che sono sufficienti anche solo due verifiche. Altri hanno frazionato le verifiche di alcune materie per alleggerire il carico sugli studenti". Sono iniziative che permettono agli alunni di godersi gli ultimi giorni tra i banchi di scuola con i compagni, per quanto possibile date le misure di distanziamento.  "Ho la percezione – prosegue Costarelli – che ci sia una situazione di comprensione reciproca tra ragazzi e docenti. Sia da un lato che dall'altro si sono manifestate diverse difficoltà nel corso dell'anno. Ma comprensione non vuol dire permettere agli studenti di rilassarsi troppo e non studiare. Chi l'anno scorso è stato promosso nonostante le gravi carenze, ne ha purtroppo pagato il conto quest'anno".

Tornano le bocciature ma con alcune premesse legate alla pandemia

Non tutti passeranno l'anno. La questione è stata messa in chiaro già settimane fa, suscitando diverse polemiche da parte degli studenti che chiedevano di essere valutati tenendo conto delle difficoltà incontrate nell'arco dell'anno scolastico. In parte sono stati accontentati da una recente circolare ministeriale che ha tolto qualsiasi dubbio sugli scrutini finali: i professori potranno bocciare, con l'invito a valutare gli alunni anche in base alla ‘complessità del processo di apprendimento maturato nel contesto dell’attuale emergenza epidemiologica‘. "Il vero problema – spiega Maria Rosaria Autiero, dirigente del liceo Amaldi – è quanto possa fare bene all'alunno una promozione ottenuta senza che abbia raggiunto le competenze sufficienti a garantire un buon proseguimento del percorso scolastico. La bocciatura non deve essere vista come una cattiveria della scuola ed è chiaro che quest'anno considereremo la situazione emergenziale vissuta dai ragazzi".

Mancano gli spazi per garantire il distanziamento: "molte classi sono divise"

La scuola in presenza va avanti a intermittenza. Raggiungere la soglia del 100% sembra un traguardo lontano. Il problema principale ormai è chiaro: mancano gli spazi. "Al liceo Amaldi – dichiara la preside – abbiamo una presenza totale del 70%. Questo vuol dire che alcune classi non raggiungono quella soglia". Ovviamente, chi rimane a casa segue in Dad. "Il Newton è composto da due plessi – spiega Costarelli – per cui ho dovuto adottare decisioni diverse in base allo spazio disponibile in ognuna delle due strutture. In quella più piccola riusciamo ad accogliere classi intere una settimana su sei, a esclusione delle quinte a cui garantiamo una presenza costante. In sostanza, per la maggior parte di giorni le classi sono divise in due gruppi. Per gli alunni ovviamente non è una condizione ideale". In generale a Roma circa la metà delle scuole hanno bisogno di nuovi spazi. Inoltre, finché rimane l'obbligo di mantenere la distanza di almeno un metro tra i banchi sarà impossibile far rientrare tutti i ragazzi. I presidi hanno più volte segnalato la difficoltà di riuscire ad avere gli studenti in presenza mantenendo il distanziamento. "Gli enti locali continuano a risponderci che non sono disponibili ulteriori strutture – ribadisce la vicepresidente dell'Anp Lazio – d'altra parte per noi presidi è complicato darci da fare da soli per trovare nuovi spazi. A settembre rischiamo di rimanere nella stessa situazione".

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