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Sciopero dei mezzi a Roma 12 maggio: chiusa la metro C, disagi e corse saltate

La metro C è chiusa, mentre la A, B e B1 sono regolari. Alle ore 8.30 è iniziato lo sciopero di mezzi pubblici a Roma di mercoledì 12 maggio, con disagi per gli utenti che usufruiscono del servizio di trasporto pubblico. La Roma-Lido è attiva, con corse ridotte, mentre i mezzi di superficie, bus e tram, potrebbero subire cancellazioni.
A cura di Alessia Rabbai
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Sciopero dei mezzi a Roma mercoledì 12 maggio. I lavoratori hanno incrociato le braccia a partire dalle 8.30, orario d'inizio della mobilitazione nazionale, che durerà quattro ore, fino alle 12.30. Lo stato del servizio, come annuncia Atac su Twitter, vede la metro C chiusa, con l'ultimo treno partito alle 8.30, mentre la metro A e le metro B/B1 sono regolari. Per quanto riguarda le linee ferroviarie gestite da Atac, la Roma-Lido è attiva, con corse ridotte, mentre la ferrovia Roma-Viterbo servizio metropolitano e regionale, la Termini-Centocelle sono regolari. La situazione della rete di superficie vede possibili cancellazioni di linee di autobus e tram o soppressioni di corse. Si preannuncia una mattinata di passione per gli utenti del servizio pubblico che si spostano in città con i mezzi. I viaggiatori hanno segnalato a Fanpage.it corse saltate, vetture piene, a bordo delle quali non è possibile mantenere il distanziamento sociale, e lunghi tempi d'attesa.

Le motivazioni dello sciopero dei mezzi di mercoledì 12 maggio

Lo sciopero indetto negli scorsi giorni dall'Unione sindacale di Base interessa metro, bus, tram e treni gestiti da Atac e da Roma Tpl. I motivi della mobilitazione sono stati espressi in una nota: "Neppure la pandemia è riuscita nell'intento di riportare al centro delle scelte politiche l'importanza dei servizi pubblici – scrive l'Usb – Dopo la sanità, che dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza prenderà una fetta risibile dei fondi per l'emergenza, tocca ai trasporti subire una imponente battuta di arresto. Degli oltre 9 miliardi richiesti da Roma Capitale per potenziare un trasporto pubblico ridotto a colabrodo, il governo Draghi sembrerebbe aver rivisto nettamente le priorità, destinando alla Capitale solo 500 milioni di euro. Col placet di tutti i partiti che hanno acclamato l'arrivo del banchiere come la soluzione che ci avrebbe traghettato fuori dalla crisi economica e sanitaria, nessuna obiezione si è levata per contrastare quello che, agli occhi dei più attenti, sembra un piano scritto da Confindustria più che dai rappresentanti di governo". Il sindacato chiede maggiori investimenti per  "uno dei servizi che per l'elevato rischio di trasmissione del contagio, è secondo solo alle strutture sanitarie".

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