Schiacciata da un albero al parco mentre i figli giocano: il ricordo per Francesca Ianni a un anno dalla morte

Francesca Ianni ha perso la vita il 23 dicembre 2024 a Roma, in uno dei quartieri del quadrante sud est della capitale, Colli Aniene, mentre si trovava al parco con i suoi tre figli. I bambini si trovavano nell'area giochi del parco tra via Cesare Massini e viale Sacco e Vanzetti, il parco Livio Labor detto Buca Massini, Ianni era seduta su una panchina con un'amica quando, per un colpo di vento, l'albero si è sradicato ed è venuto giù.
È stato un attimo. La donna non ha fatto in tempo a spostarsi. E l'albero l'ha schiacciata. Per lei non c'è stato niente da fare, è morta sul colpo. Le indagini sono ancora in corso per cercare di risalire a eventuali responsabilità. Francesca Ianni poteva essere salvata? Perché all'albero è bastato un colpo di vento per cadere, sono stati effettuati nel tempo tutti i controlli necessari?
Nel frattempo, a quasi un anno dalla tragedia, il quartiere si sta organizzando per ricordare la donna che ha perso la vita in quella tragica giornata, Francesca Ianni. L'appuntamento è nel luogo in cui si trovava, per venerdì 12 dicembre 2025 alle ore 10 della mattina.
"A distanza quasi di un anno dal tragico incidente, ovvero la caduta di un albero nel Parco Livio Labor, che provocò la morte di Francesca, venerdì 12 dicembre alle ore 10:00 siete tutti invitati, al Parco stesso, per un momento di ricordo e di preghiera, nella speranza che queste tragedie non possano più accadere", hanno scritto nel gruppo di quartiere di Colli Aniene dandosi appuntamento per venerdì prossimo.

I residenti della zona non dimenticano cosa è successo a Francesca. Nel frattempo, le indagini sono ancora in corso, per omicidio colposo. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire e di verificare, come anticipato, eventuali responsabilità. Quell'albero, infatti, secondo alcuni sarebbe stato già ispezionato cinque anni fa e non si sarebbe dovuta trovare lì, ma doveva essere stato spostato già parecchio tempo prima dei fatti.
"Quella specie di albero non è adatto alla città", ha continuato l'agronomo e docente universitario Luigi Sani, chiamato come perito ad esprimersi sul caso. "Non regge lo stress degli agenti patogeni, al suo posto sarebbe meglio un leccio, meno economico, ma più sicuro", ha fatto sapere nel mese di luglio scorso.