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Scavi alla Casa del Jazz, Pietro Orlandi: “Mi dissero che fu una scelta del Vicariato venderla a Nicoletti”

“Il Vicariato ci impose di accettare soltanto l’offerta di Nicoletti per la villa”, cosa è stato riferito a Pietro Orlandi da Don Domenico e cosa c’entra con gli scavi.
A cura di Beatrice Tominic
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Gli scavi alla Casa del Jazz nei mesi scorsi a sinistra, Pietro Orlandi a destra.
Gli scavi alla Casa del Jazz nei mesi scorsi a sinistra, Pietro Orlandi a destra.

Dopo circa due settimane di stop si è tornati a scavare sotto alla Casa del Jazz. Non si vedeva nessuno dentro la struttura, conosciuta in precedenza come Villa Osio, dal nome del primo proprietario, l'avvocato Arturo Osio. Nella mattina di ieri, giovedì 18 dicembre 2025, sul posto sono tornati i carabinieri, gli agenti della polizia di Stato e gli operai della ditta che si sta occupando dei lavori di scavo sotto all'immobile dove, nei mesi scorsi, sono iniziate le ricerche di possibili resti del giudice Paolo Adinolfi che, secondo alcuni, sarebbe stato ucciso e nascosto nei sotterranei della villa, appartenuta a Enrico Nicoletti, considerato il cassiere della Banda della Magliana. Ma, secondo molti di loro, oltre ai resti del giudice scomparso nel 1994 potrebbero trovarsi anche quelli di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana sparita da Roma nel 1983.

"Secondo me sono tornati perché hanno visto qualche cosa, qualcosa ci deve essere là sotto. Secondo me faranno un'apertura più grande e scenderanno, come è capitata anche in altri casi. Mi hanno detto che c'era una zona particolare che Nicoletti aveva fatto chiudere – queste le parole del fratello di Emanuela Orlandi, Pietro ospita nella trasmissione di Rai Uno Storie Italiane – La prima volta hanno scavato in altri posti, Don Domenico mi ha detto che diceva di scavare lì, ma che poi si è cercato altrove".

Sicuramente è importante fugare ogni dubbio. "Se ci sono state le autorizzazioni per continuare gli scavi, evidentemente l'ex magistrato (Guglielmo Muntoni, su suggerimento del quale sono partiti gli scavi, ndr) qualche indizio lo ha trovato. Era da tanto che lavorava al caso". E qualora dovesse essere ritrovato qualche elemento in più potrebbe essere utile per far riaprire le indagini.

Cosa c'entra il Vicariato con la Casa del Jazz

Utile sarebbe ascoltare anche cosa ha da dire Don Domenico, che viveva con nella villa prima di Nicoletti e che, dopo l'acquisto, si è spostato con altri oblati, nella struttura accanto. "Fra le cose che mi ha raccontato – continua Pietro Orlandi facendo riferimento ad un incontro avvenuto il giorno prima della trasmissione con il sacerdote – Mi ha detto che c'erano altri acquirenti importanti che avrebbero acquistato la villa (dove ora si trova la Casa del Jazz, ndr) spendendo anche di più. Ma che è stato il Vicariato ad imporsi per venderla a Nicoletti (Enrico, ritenuto il cassiere della Banda della Magliana, ndr). C'erano altri acquirenti che l'avrebbero presa anche a fronte di una spesa maggiore", ha riportato.

"Più di una volta ci è stato imposto di accettare soltanto l'offerta di Nicoletti", avrebbe riportato Don Domenico a Pietro Orlandi.

Una volta acquistato lo stabile, Nicoletti avrebbe iniziato subito a svolgere importanti lavori all'immobile. Prima, però, ha installato dei pannelli molti alti. "Perché? Era abuso edilizio o doveva coprire altro? – continua Pietro Orlandi – Con Nicoletti non c'era contenzioso, ma l'ultima parte del pagamento non è mai arrivata. E altri avrebbero detto loro di lasciar perdere".

Pietro Orlandi: "Parlano di indagini, mi aspetto che la Procura si esprima"

Sulla possibilità di trovare resti che possano appartenere anche a sua sorella Orlandi si dice scettico. "Dubito, ma è da appurare – continua, prima di scostarsi dagli scavi e cambiare argomento – Adesso la mia speranza è che il magistrato rilasci qualche dichiarazione. Domani l'avvocata Sgrò (Laura, che assiste da anni la famiglia Orlandi, ndr) sarà in Procura. Spero venga fatta chiarezza: dicono che sta indagando su alcune cose, ma sono tutti elementi che risalgono ad un paio di anni fa", conclude poi, precisando ancora una volta l'estraneità della famiglia nel caso di scomparsa della sorella.

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