Roma Pride 2025, oltre un milione di persone: l’orgoglio LGBTQIA+ tinge le strade di arcobaleno

Il bollino rosso per l'allerta caldo non ha scoraggiato più di un milione di persone che si sono riversate in piazza, pronte per il corteo più colorato dell'anno. Una marea arcobaleno sta attraversando le strade della capitale in questa nuova giornata di Pride a Roma. Carri, cartelli e striscioni si susseguono e sfilano, come ogni anno, nel cuore della capitale.
Dopo un po' di attesa, in quello che è stato scelto come punto di partenza della manifestazione, piazza della Repubblica, il corteo è partito alla volta delle Terme di Caracalla, dove è previsto l'arrivo nel tardo pomeriggio di oggi. Le polemiche sui main sponsor, alcuni dei quali sarebbero vicini ad Israele e lo sosterrebbero nel corso del genocidio palestinese, sembrano non aver toccato la sfilata, che procede secondo i piani e con grande partecipazione, come ogni anno.
La sfilata LGBTQIA+ arcobaleno per le strade della capitale
A bordo del carro che apre il corteo, la madrina di quest'anno, Rose Villain, pronta ad accompagnare la traversata lungo le strade romane con i suoi più grandi successi. Fra tutti spicca Fuorilegge, brano presentato all'ultima edizione di Sanremo. Fuori Legge è anche quanto si legge a caratteri cubitali in uno striscione sul carro. "Fuori legge perché in Italia i diritti mancano", spiega a Gabriel Bernard per Fanpage.it un docente di diritto pronto a partecipare.

A seguire il carro del circolo Mario Mieli, del locale Alibi, del Muccassassina, delle associazioni e, infine, quelli della Cgil e di +Europa, su cui so trova il deputato Riccardo Magi (nella foto in basso, mentre distribuisce preservativi dal carro, ndr). Attesi la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Presenti naturalmente personalità da sempre impegnate sull'argomento dei diritti civili, fra cui Imma Battaglia e Emma Grimaldi, ma anche Vladimir Luxuria, nella foto in basso con Rose Villain.
"Siamo per la democrazia e per la libertà. Siamo tutti vittime di aggressioni, l'ultima quella di Israele in Iran. Tutti i popoli hanno diritto a vivere in pace – spiegano Battaglia e Grimaldi – Vogliamo smettere di essere fuori legge per poter essere stessi senza più violenza, aggressioni. Vogliamo libertà".
La protesta per i main sponsor e il genocidio in Palestina
Qualche giorno fa, sul Pride si sono riversate numerose polemiche, dovute al main sponsor dell'evento. Si tratta di Starbucks, che sarebbe vicina ad Israele. Una volta scoperto che a finanziare la parete sarebbe stata proprio la nota catena di caffetterie, molti attivisti e attiviste hanno manifestato il proprio dissenso sui social network, invitando a non partecipare al Pride, ma anzi a prendere parte al Priot Pride, una contromanifestazione organizzata dai collettivi più radicali. "Sostiene Israele, sostiene il genocidio in Palestina", hanno commentato in molti, disertando il Pride.

Altri, invece, partecipando all'evento, hanno preso posizione contro la scelta degli sponsor. "Non sono stato felice, mi è dispiaciuto che l'organizzazione del Pride abbia disattivato i commenti sui social senza fornire spiegazioni", ha dichiarato un ragazzo che agitava un cartello con la scritta "Starsucks", gioco di parole per denigrare il brand. "Più cazzi meno razzi", si legge invece in un altro, nella foto di apertura, con una piccola bandiera della Palestina.