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Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Roma, musica alta ai domiciliari: carabinieri a casa di Pietro Genovese

Musica alta e schiamazzi. Per questo i carabinieri di Roma lo scorso 22 maggio si sono recati a casa di Pietro Genovese, il 21enne figlio del regista Paolo, a processo per l’accusa di duplice omicidio stradale dopo aver investito e ucciso il 22 dicembre del 2019 a Roma, in corso Francia, Gaia e Camilla di soli 16 anni. Il giovane è ai domiciliari dal 26 dicembre scorso.
A cura di Chiara Ammendola
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Pietro Genovese
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L'episodio risale al 22 maggio scorso e vede protagonista Pietro Genovese, il 21enne figlio del regista Paolo, a processo per l'accusa di duplice omicidio stradale dopo aver investito e ucciso il 22 dicembre del 2019 a Roma, in corso Francia, Gaia e Camilla di soli 16 anni. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il giovane, che si trova agli arresti domiciliari dal 26 dicembre scorso sarebbe stato segnalato dai carabinieri dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma Bernadette Nicotera a causa degli schiamazzi e della musica a tutto volume che provenivano dalla sua abitazione dove era in compagnia di amici.

Pietro Genovese è ai domiciliari dallo scorso 26 dicembre

A chiamare le forze dell'ordine sarebbero stati alcuni vicini che nel pomeriggio del 22 maggio poco dopo le 18.30 avrebbero richiesto l'intervento dei militari a causa di una festa che in quel momento si stava svolgendo a casa del 21enne che secondo quanto disposto dal giudice può ricevere visite. I carabinieri giunti a casa del giovane avrebbero provveduto a identificare gli amici che erano con lui e verificato effettivamente che la musica era ad alto volume. In quel momento in casa non c'erano i genitori. I militari a quel punto dopo aver ammonito il ragazzo hanno riportato il tutto in una relazione di servizio, poi inviata al gip che, sempre secondo quanto riportato da Corsera, non ha disposto alcuna ulteriore restrizione.

Il processo con rito abbreviato e l'accusa di omicidio stradale

Intanto lo scorso 13 luglio è cominciato il processo con rito abbreviato che lo vede accusato di duplice omicidio stradale. Due le aggravanti contestate dall'accusa: andava a una velocità superiore a quella del limite consentito dalla legge (circa 90 km orari in una strada in cui il limite è di 50) ed è risultato positivo all'alcol test con un valore tre volte superiore a quello consentito. È risultato positivo anche al test antidroga, ma non è possibile stabilire con certezza se l'avesse assunta la sera dell'investimento o nei giorni precedenti.

L'incidente in cui hanno perso la vita Gaia e Camilla

Gaia e Camilla sono morte sul colpo a causa del tremendo urto contro l'auto guidata da Pietro Genovese, che quella sera era in macchina con altri due amici. Le giovani stavano attraversando la strada su Corso Francia quando sono state centrate in pieno dalla macchina e scaraventate a diversi metri di distanza. Discordanti le versioni dell'accaduto: c'è chi dice che le ragazze hanno attraversato lontane dalle strisce e in un punto poco visibile, chi invece sostiene che fossero sulle strisce pedonali. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto non hanno potuto far altro che constatare la morte di Gaia e Camilla. Genovese è stato arre

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