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Roma: iniziati i controlli in palestre e piscine. “Non si può chiudere tutti per colpa di pochi”

Il Governo ha dato sette giorni di tempo agli impianti sportivi per adeguarsi ai protocolli. Alcune palestre hanno ancora difficoltà. “Il punto più debole sono le docce”, commenta Giampaolo Duregon, presidente ANIF e titolare di alcuni centri sportivi a Roma, a Fanpage.it. Per il momento nel Lazio sono stati individuati 12 positivi con un link a una palestra di Nepi.
A cura di Alessandro Rosi
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Sette giorni per adeguarsi ai protocolli, altrimenti le palestre dovranno chiudere. Il premier Giuseppe Conte ha dato una settimana a tutti i centri sportivi che non stanno ancora rispettando le norme per mettersi in regola, come annunciato ieri nella confermenza stampa in cui è stato presentato il nuovo Dpcm. "Sulle palestre c'è stato un intenso dialogo, molto spesso i protocolli di sicurezza vengono rispettati, altre volte non sono adeguatamente rispettati – nella conferenza stampa di ieri sera il Presidente del Consiglio –. Daremo una settimana per adeguare i protocolli e se questo avverrà non ci sarà ragione di chiudere le palestre, altrimenti la prossima settimana saremo costretti a sospendere le attività". Si intensificheranno quindi i controlli nelle palestre e poi il Governo valuterà. Ma c'è chi ha il timore che la decisione sia già stata presa.

Duregon (ANIF): "Controlli un escamotage per chiudere tutto?"

In alcune palestre di Roma la polizia locale è già passata. "I controlli già ci sono", commenta Giampaolo Duregon, presidente ANIF e titolare di alcuni centri sportivi a Roma, a Fanpage.it. "Non vorremmo che le sanzioni per pochi fossero un’escamotage per poi chiudere gli impianti. Chiediamo di multare chi non rispetta. Ma non si può interrompere l'attività di centinaia di centri sportivi per pochi casi che non si sono ancora adeguati". Finora sono stati pochi i focolai accertati nelle palestre del Lazio: in particolare il 9 ottobre si sono registrati 12 casi positivi con link a una palestra di Nepi. "Nelle palestre italiane è positivo 1 su 1000 – prosegue Duregon – e nel Lazio la media è ancora più bassa". Però non tutti gli impianti sono riusciti a mettere in pratica quanto previsto dai protocolli, e anche gli iscritti sottolineano che spesso è difficile mantenere il distanziamento negli spogliatoi. "È vero, il punto più debole sono le docce", spiega Duregon, "ma i gestori stanno facendo il possibile".

I gestori delle palestre temono: "Così chiudiamo"

In questa situazione di incertezza, i titolari delle palestre si trovano a fare i conti con i dubbi degli iscritti. "Ho diversi rinnovi questa settimana", racconta Gianluca Di Maggio, titolare di una palestra di crossfit della Capitale, "ma non so se continueranno". Una situazione in cui è difficile anche programmare. "La maggior parte delle persone quest'anno si è iscritta con un mensile, tanti provano e poi non tornano". Rispetto ai precedenti protocolli, non è cambiato molto. "Abbiamo l'app con le prenotazioni, i dispenser con i gel e ogni area è delimitata. Non è cambiato nulla rispetto a prima. Pensiamo che abbiano già deciso di chiudere".

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