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Covid 19

Ritorno a scuola in presenza, i pediatri: “Screening e test salivari per gli studenti”

La dottoressa Teresa Rongai, segretaria della Federazione italiana Medici pediatri del Lazio, ha spiegato a Fanpage.it quali sono le preoccupazioni dei pediatri di Roma che hanno riscontrato un aumento dei casi di positività anche tra i più piccoli. Avanza l’ipotesi di effettuare test salivari screening di massa tra gli studenti, per monitorare l’andamento dei contagi.
A cura di Paola Palazzo
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Nel Lazio si va verso il ritorno alla didattica in presenza al 100%. Da lunedì 26 aprile è previsto il passaggio della Regione in zona gialla e gli studenti di ogni ordine e grado potrebbero tornare sui banchi di scuola. Ma ci sono ancora molti dubbi e perplessità che questo possa avvenire in totale sicurezza. Preoccupazioni emerse tra i pediatri di Roma, che hanno riscontrato un aumento dei casi di positività anche tra i più piccoli. "Ho avuto diversi pazienti affetti da Covid di sei e otto mesi – spiega a Fanpage.it Teresa Rongai, segretaria della Federazione italiana Medici pediatri del LazioQuesta incidenza è dovuta ad un aumento a livello generale dei casi tra gli adulti. Adesso le parti si sono invertite: i genitori sono diventati gli untori dei figli". Avanza l'ipotesi di effettuare test salivari a tappeto nelle scuole per garantire il monitoraggio dei contagi da Covid -19. Non è la prima volta che medici e dirigenti scolastici chiedono di effettuare screening di massa tra gli studenti.

"Riaprire in sicurezza con tamponi salivari"

"Crediamo che l'apertura delle scuole sia necessaria per i giovani dal punto di vista dello sviluppo comportamentale, psicologico e sociale – sottolinea la dottoressa Rongai – ma si deve riaprire in totale sicurezza e dando il via libera ai tamponi salivari su bambini e ragazzi. In quanto pediatri di famiglia, ci siamo sempre mostrati disponibili. Ma un piano di prevenzione in questo senso non è mai stato attuato".  Secondo la presidente della Fimp lo screening è fondamentale sia per i bambini molto piccoli, che fino ai sei anni di età non possono indossare la mascherina e quindi sono più esposti, sia per gli adolescenti, che spesso usano i mezzi pubblici per andare a scuola. "I test salivari possono mostrarci la distribuzione dei contagi in scuole che si trovano in zone diverse della Capitale o se c'è un'incidenza maggiore nelle superiori piuttosto che negli altri gradi. Si tratta di un sistema di prevenzione essenziale per capire in che modo circola il virus".

"È necessaria una riorganizzazione generale della scuola"

Anche i pediatri si soffermano sulla questione dei trasporti pubblici e della mancanza di spazi nelle scuole. Nonostante la ripresa in presenza al 100%, la capienza massima sui mezzi rimarrà dimezzata. E più volte i presidi delle scuole hanno lamentato l'impossibilità di far entrare tutti i ragazzi a scuola: le aule sono troppo piccole per poter mantenere la distanza di almeno un metro tra i banchi. Inoltre emerge la necessità di diminuire il numero di alunni per classe. "C'è bisogno di una riorganizzazione generale. Basta con le cosiddette classi pollaio – commenta la dottoressa Rongai – al di là del Covid i giovani devono avere l'opportunità di studiare in spazi che siano confortevoli. Il 26 aprile tutti torneranno sui banchi? Ma gli spazi non sono sufficienti per evitare assembramenti. Inoltre i fattori che causano l'aumento dei contagi sono da cercare anche fuori dalle mura scolastiche. Dopo mesi i trasporti pubblici sono ancora un grosso problema. Qualcosa deve cambiare, la scuola deve essere un luogo sicuro".

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