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Rieti, uccide otto cuccioli di pastore maremmano a picconate: denunciato

Terribile episodio di violenza sugli animali a Magliano Sabina, in provincia di Rieti, dove otto cuccioli di pastore maremmano sono stati uccisi a picconate. I carabinieri hanno denunciato un settantacinquenne, che si è sbarazzato della cucciolata invece di sterilizzare il cane o di rivolgersi ad un’associazione di volontariato.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio (Foto Facebook di Brunella M.)
Immagine di repertorio (Foto Facebook di Brunella M.)

Uccisi senza pietà, a picconate otto cuccioli di cane pastore maremmano, martoriati dalle mani di un uomo che è stato denunciato per maltrattamento e uccisione di animali. La violenza di è consumata nel Comune di Magliano Sabina, in provincia di Rieti. Autore del gesto un settantacinquenne, che è stato fermato dai carabinieri della Compagnia di Poggio Mirteto e che dovrà rispondere delle responsabilità a suo carico. L'uomo avrebbe ucciso brutalmente i cani venuti da poco alla luce servendosi di un piccone, dopo una cucciolata indesiderata, ha pensato di sbarazzarsene così invece di ricorrere alla sterilizzazione o alle associazioni di volontari che avrebbero potuto prendersi cura di loro e darli in adozione a persone che gli avrebbero donato affetto. A denunciare l'accaduto un residente, che, non voltandosi davanti al crudele episodio, ha dato l'allarme, segnalando l'accaduto al Numero Unico delle Emergenze 112 e ha chiesto un controllo delle forze dell'ordine. Una volta sul posto i militari hanno constatato l'accaduto ma per i cuccioli non c'è stato purtroppo nulla da fare, erano ormai tutti morti.

Gatta scuoiato vivo nel Trevigiano

Dei giorni scorsi la notizia di una gatta scuoiata viva a Casale sul Sile, in provincia di Treviso. Una violenza inaudita, il felino in condizioni gravissime è stato portato da una veterinaria che dato lo stato in cui si trovava e la sua enorme sofferenza, non ha potuto fare altro che sopprimerla. I proprietari della gatta a seguito dei gravi fatti hanno sporto denuncia ai carabinieri, che indagano per risalire al responsabile del gesto. Ad intervenire la Lega antivivisezione (Lav) di Treviso, che ha commentato l'accaduto "l'ennesima dimostrazione della necessità di agire sulla prevenzione dei reati in danno agli animali, nonché dell'urgenza di rendere più efficaci le pene per coloro che li maltrattano e uccidono".

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