Resta in carcere 53enne che ha ucciso le turiste: “Totale assenza di lucidità, era pieno di droga”

Resta in carcere F. M., l'uomo che la sera dell'otto ottobre ha investito e ucciso le due turiste belghe Wibe Bijls e Jessy Dewildeman. La giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del pubblico ministero e convalidato la custodia cautelare in carcere a Regina Coeli, dove è recluso. L'uomo, 53 anni, è accusato di duplice omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, con la patente sospesa.
Il 53enne, infatti, si legge nell'ordinanza del gip, "al momento dell'incidente, oltre a guidare senza la patente di guida perché sospesa dal 2011, fosse sotto l'effetto di sostanze stupefacenti in una condizione di totale assenza di lucidità (…) dal referto degli esami tossicologici è risultato positivo alle benzodiazepine, ai cannabinoidi, alla cocaina, agli oppiacei e al metadone".
"La violenza dell'impatto – scrive il giudice – dal quale è scaturita la morte pressoché immediata delle ragazze, sbalzate una sulla carreggiata opposta e la seconda sulla corsia di sorpasso della carreggiata interessata al sinistro, lascia inoltre desumere inequivocabilmente che l'indagato procedesse ad una velocità che, sebbene ancora non accertata, di certo non era moderata e che lui stesso ha dichiarato essere di circa 80/90 km orari, quindi superiore al limite di 70 km orari previsto in quella strada. È pertanto assolutamente incredibile che l'indagato non si sia accorto di aver investito le due vittime, e la sua fuga immediata, appena disceso dalla sua autovettura, ne è la prova".
F. M. ha investito le due ragazze la sera dell'otto ottobre. Wibe Bijls e Jessy Dewildeman si erano fermate sull'A24 con la loro auto presa a noleggio per soccorrere tre giovani rimasti coinvolti in un incidente stradale. Dopo pochi secondi è piombata loro addosso la Smart guidata dal 53enne, che ha abbandonato la vettura ed è fuggito a piedi. Per le due giovani non c'è stato nulla da fare, sono morte sul colpo.
Moretti aveva la patente sospesa da più di dieci anni e non poteva guidare. Prima di mettersi alla guida aveva assunto stupefacenti e alcol, cosa che ha aggravato la sua posizione. Il giorno dopo l'incidente si è inoltre disfatto del cellulare: quando gli agenti lo hanno raggiunto a casa e portato in ospedale si è allontanato, inducendo quindi il giudice a credere che sia concreto il pericolo di fuga.