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Primarie, polemica su partecipazione comunità migranti a Centocelle: “Servono traduttori ai gazebo”

Tensione ieri a Centocelle al gazebo di Piazza dei Mirti, dove la partecipazione significativa della comunità bangladese ha creato discussioni e tensioni per la difficoltà di molti dei cittadini coinvolti a votare autonomamente. Molti dei presenti erano arrivati per sostenere Stefano Fassina che risponde così: “In V municipio si è fatto un passo avanti nella partecipazione dei cittadini di origine straniera alla vita politica e sociale, ora serve essere all’altezza con mediatori e traduttori nei quartieri multietnici”.
A cura di Valerio Renzi
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Cosa è successo ieri a Centocelle e in particolare al seggio delle primarie di Piazza dei Mirti? Truppe cammellate, brogli o l'importante partecipazione di una comunità migrante al voto? Il caso si crea la mattina quando arriva l'allarme da parte dei rappresentati al seggio di Giovanni Caudo, che notano movimenti significati di persone che sembrano venire portate al seggio, con indicazioni di voto palesi che vengono impartite in fila e nei dintorni del gazebo, c'è chi arrivato a prendere la scheda la infila dentro le urne bianca come se pensasse di aver esaurito il suo compito senza esprimere una preferenza. Una situazione che porta all'accendersi delle scintille tra i rappresentanti del Partito Democratico presenti e i rappresentanti che chiedono che le votazioni si svolgano con ordine. La notizia arriva sulle agenzie stampa, al seggio arriva anche il candidato indipendente Tobia Zevi a tentare di capire cosa accade e l'assessore alla Cultura del III Municipio Christian Raimo, sostenitore di Caudo.

Siddique Nure Alam, noto come Batchu, è il presidente dell’associazione Dhuumcatu, la più forte e organizzata presenza di una comunità migrante nella capitale che raccoglie moltissimi cittadini provenienti dal Bangladesh. "Il 90% di chi è venuto a votare sa scrivere il suo nome, cognome e data di nascita su un modulo in italiano, ma c'è chi non è capace e qui è nato il problema e i membri della comunità si sono date una mano l'una con l'altra", spiega.

Attorno ad ora di pranzo il flusso di persone scema, ma subito dopo tornano i gruppi di cittadini bangladesi al gazebo in un flusso considerevole, con annessi problemi e litigi sul corretto funzionamento delle operazioni. E se è legittimo che la comunità bangladese si organizzi per votare ai gazebo e partecipare alla vita pubblica e politica come fanno una miriade di altri gruppi di interesse, associazioni, comitati, cittadini coinvolti nel voto ai gazebo, la situazione in piazza dei Mirti fa sollevare interrogativi legittimi su quanto accaduto soprattutto in relazione alla comprensione della lingua e di conseguenza al libero esercizio del voto nella piena comprensione. Da quanto emerso in molti avrebbero votato per Francesco Tieri, ex segretario delle Comunità islamiche del Lazio, come presidente del V Municipio, altri come candidato sindaco indicano Stefano Fassina. Ma di quanti voti parliamo? A piazza il candidato della sinistra ha totalizzato 48 preferenze, arrivando secondo dopo Roberto Gualtieri ed è arrivato secondo anche in altri seggi della zona, come a via degli Abeti, con 52 voti.

Una situazione che pone diversi interrogativi su come permettere una partecipazione senza "incidenti", magari pensando in futuro a dei traduttori o a dei volontari ai seggi che sostengano la corretta partecipazione delle comunità migranti. Una proposta che convince Stefano Fassina, che oggi spiega come a suo avviso "in V municipio si è fatto un passo avanti nella partecipazione dei cittadini di origine straniera, con le cui comunità ho lavorato a stretto contatto in questi anni, ma bisogna metterli nella condizione di partecipare".

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