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Perché via Veneto è invasa da aragoste giganti: la mostra di Philip Colbert

Via Veneto è invasa da grandi aragoste: sono le sculture di Philip Colbert, artista britannico. Ogni crostaceo si ispira a grandi maestri dell’arte.
A cura di Beatrice Tominic
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Dal profilo Instagram di Philip Colbert
Dal profilo Instagram di Philip Colbert

Sono aragoste giganti quelle che percorrono via Veneto in questi giorni. Le sculture, alte alcuni metri, raffigurano aragoste di un colore rosso brillante, con grandi occhi cartoon di colore celeste. Si tratta della mostra The Lobster Empire, L'impero dell'aragosta, dell'artista Philip Colbert. Considerato uno degli autori più innovativi degli ultimi tempi, Colbert espone la sua arte nella città eterna portando in una delle vie più famose e iconiche della capitale il suo personaggio più famoso, l'aragosta, per lui quasi un alter ego. "Sono diventato un artista quando sono diventato un'aragosta", ha dichiarato in più di un'occasione.

Le statue dell'aragosta

Le sculture raffigurano i crostacei antropomorfi, in posizione bipede. In molte opere, le aragoste appaiono abbigliate: a coprire la loro corazza rossa in alcuni casi ci sono vestiti normali oppure costumi e travestimenti da cui riusciamo, però, a vedere bene il muso dell'aragosta. La scultura più alta, che raggiunge i 7 metri di altezza, è vestita con un tailleur con fantasia di uova fritte su sfondo blu (foto in apertura), ma il crostaceo compare anche vestito da cactus, da fiorellino, da banana, squalo e ricoperto di girasoli.

Foto da Facebook
Foto da Facebook

Non si tratta, però, di semplici costumi, bensì di citazione a grandi maestri dell'arte, contemporanea e non solo. La banana ci ricorda Andy Warhol, ma anche Maurizio Cattelan; mentre le altre due opere (nella foto in alto) richiamano chiaramente lo Squalo di Damien Hirst e i Girasoli di Van Gogh.

Doppio omaggio ad Andy Warhol con l'aragosta che esce da un barattolo di Campbell's che, per l'occasione diventa "Colbert's condensed. Lobster Soup" e, infine, un altro richiamo all'arte contemporanea, stavolta a Duchamp e al suo rivoluzionario Orinatoio, con tanto di scritta (nella foto in basso).

Foto da Facebook
Foto da Facebook

Non mancano, però, i riferimenti anche all'arte più classica: un'opera raffigura l'aragosta che combatte contro il serpente, proprio come Laocoonte e in un'altra con in mano la testa di Medusa, come Perseo (entrambe nella foto in apertura).

Perché l'aragosta

Il personaggio dell'aragosta di Colbert è diventato famosissimo in breve tempo: merito anche del progetto lanciato nei mesi scorsi sul metaverso: si tratta di 7.777 aragoste NFT, Lobstars, alcune delle quali rare e costose. I collezionisti, che comprandole hanno acquisito anche la cittadinanza della città virtuale Lobsteropolis City, hanno contribuito ad aiutare il pianeta: la somma ottenuta dalle vendite è stata devoluta alla ricerca per il benessere degli animali marini fra cui, non a caso, la stessa aragosta.

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