Ordini dal carcere per incendi dolosi e spaccio di droga a Civitavecchia: 6 arresti nell’operazione Nerone

È stata chiamata operazione Nerone quella che si è svolta all'alba di oggi, mercoledì 3 settembre 2025 e che ha visto l'impegno di agenti della polizia di Stato e carabinieri, tutti coordinati dalla Procura di Civitavecchia. Agenti e carabinieri di Civitavecchia hanno eseguito proprio questa mattina cinque misure cautelari, a cui se ne aggiunge una sesta ancora in corso, nei confronti di soggetti ritenuti indiziati di incendi dolosi, spaccio di droga, uso di armi, atti persecutori, violenza ed estorsione. Oltre a loro risultano indagate altre quattro persone.
Le indagini sono scattate, come suggerisce il nome stesso dell'operazione, dopo alcuni incendi dolosi che hanno coinvolto veicoli e portoni di abitazioni private. Dagli accertamenti è emersa l'esistenza di una struttura criminale ben radicata nel territorio che utilizzava armi e intimidazioni per scoraggiare ogni possibile forma di opposizione.

Il gruppo criminale attivo a Civitavecchia
L'organizzazione criminale, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, era composta da tredici persone, una delle quali in carcere: è da lì che partiva ordini e indicazioni sulle attività da svolgere. Il gruppo avrebbe fatto ricorso alle "sentinelle": sono loro che, monitorando in punti strategici il quartiere, avvertivano il gruppo dell'arrivo delle forze dell'ordine, proteggendoli.

Gli arresti, gli indagati e il materiale sequestrato a Civitavecchia
Nel corso delle indagini, che si sono svolte con attività tecnica e tradizionale, sono stati sequestrati oltre 2,5 kg di cocaina, in parte custodita in barattoli in vetro occultati in un terreno nella disponibilità degli indagati, come mostra la foto in alto. Sequestrate anche armi, in particolare quattro fucili di provenienza illecita con oltre 100 munizioni (nella foto in basso), materiale per il confezionamento della droga e telefoni cellulari.

Le cinque misure cautelari arrivate in mattinata, a cui si aggiunge una sesta ancora in corso di esecuzione, seguono i provvedimenti restrittivi a carico di altri tre indagati ritenuti membri della medesima organizzazione criminale ed attualmente detenuti perché gravemente indiziati dei reati di estorsione, incendio doloso, lesioni personali ed atti persecutori. Oltre queste sei persone, altre quattro risultano indagate a piede libero.
A gestire il gruppo criminale un altro individuo che impartiva ordini e indicazioni sulle attività da svolgere direttamente dal carcere, dove si trova detenuto: alcuni dei cellulari sequestrati risultano essere riconducibili a lui.
