Onorato: “Ecco come sarà la nuova Fontana di Trevi. Meloni? Non ha risolto neanche metà delle cose promesse”

"Roma è la stessa città che è riuscita a dire no alle Olimpiadi, una follia assoluta. Ma in questi quattro anni e due mesi – perché io conto anche giorni – possiamo dire che i grandi eventi son tornati di moda nella nostra città. Anzi oggi sono la normalità". A Fanpage.it l'assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato, parla di una città rinnovata nell'immagine e nelle prospettive. Un cambiamento di cui il 2025, fra Giubileo e rinnovamento urbano, sembra essere stato l'anno simbolo.
Mentre si avvicinano le prime ore del 2026, il componente della giunta di Roberto Gualtieri trae conclusioni e rilancia sfide per il futuro. Come l'ingresso a pagamento per la Fontana di Trevi a partire da febbraio e il concerto di Ultimo da 250mila persone a Tor Vergata del prossimo 4 luglio. Ma lo sguardo dell'assessore va aldilà dei confini della Capitale e si sposta sullo scenario politico nazionale. Quest'anno Onorato ha lanciato Progetto Civico Italia: "Vogliamo dimostrare, con un piano mirato comprensibile a tutti, che si può far ripartire il Paese. Che si può rispondere alle esigenze dei giovani che scappano all'estero. Che si può rispondere ai bisogni delle piccole e medie imprese".
Un progetto che si propone di rinnovare il centrosinistra e contribuire a sfidare Giorgia Meloni. "Ha detto sarebbe stata la più grande patriota e che avrebbe difeso le nostre imprese – aggiunge Onorato -, ma la verità è che le uniche imprese che ha difeso sono le grandi multinazionali americane: Meta, Amazon e tutti gli altri che non pagano neanche le tasse qui. Qui nel frattempo chiudono piccoli negozi e botteghe ogni giorno. Vogliamo modificare questa agenda, parlare di queste priorità ed avere un approccio molto pragmatico con meno filosofia".
Assessore, si chiude un anno particolare per Roma: Giubileo, Conclave, tanti lavori pubblici. Ci fa un bilancio del 2025 della città e suo?
Per la città è stato un grande successo. È stata la dimostrazione che quando la capitale d'Italia è chiamata alla prova concreta dei fatti, non sbaglia mai. Era già accaduto con la Ryder Cup, dove ci dicevano che non ci saremmo mai riusciti e fu un grande successo. Sul Giubileo credo che si sia superata ogni aspettativa, con la dimostrazione di una grande collaborazione istituzionale con il Governo nazionale, con la Regione, con la Prefettura.
Anche per i funerali di Papa Francesco, un lutto molto sentito dalla città, c'è stata una grande prova organizzativa, con oltre duecento delegazioni che arrivano all'improvviso, pochi giorni dopo il nuovo Papa e milioni di pellegrini. Insomma, c'erano tante paure. Ad esempio c'era chi diceva che ci sarebbe stato un incremento dei reati. Però possiamo dire che Roma ha superato l'anno con il pieno dei voti e ha lanciato un'immagine molto positiva della Capitale d'Italia nel mondo.
Dal mio punto di vista, che mi occupo di turismo, grandi eventi, sport e moda, credo che questa città abbia ripreso il blasone perso in passato. Inoltre, possiamo dire che in quattro anni le Olimpiadi le abbiamo avute. Se andiamo a sommare tutti i grandi eventi sportivi che abbiamo ospitato, ma in compenso non abbiamo avuto i soldi che ci avrebbe dato il Governo nazionale. Quindi rimane quel rammarico, però la città ha un nuovo volto e sappiamo che possiamo e dobbiamo fare ancora di più.
Per quanto riguarda la musica, a parte l'inciampo su Tony Effe dello scorso Capodanno e, magari, un rimpianto per gli Oasis, è stato un anno di grandi concerti e grandi annunci. Si può fare ancora qualcosa di più per rendere Roma una tappa fissa di tutti i grandi tour internazionali?
Dobbiamo avere delle infrastrutture adeguate. Per il momento abbiamo valorizzato il Circo Massimo come sito archeologico, unico nel mondo, deputato ad ospitare concerti e musica live.
Quindi abbiamo usato il blasone della storia per convincere i grandi artisti che a Roma altrimenti non sarebbero venuti. Da David Gilmour, che chiude la sua carriera e sceglie Roma rispetto ad altre città nell'Europa continentale, a The Weekend. Ma potrei fare un elenco infinito: il ritorno di Bruce Springsteen, i Guns ‘N Roses, insomma, tantissimi. Abbiamo utilizzato la valorizzazione archeologica, oggi dobbiamo avere infrastrutture. Altrimenti i grandi cantanti non vengono qui, ma vanno da altre parti.
Sugli Oasis non direi che c'è un rimpianto, nel senso che non hanno ancora deciso se venire in Italia e dove andare. Vediamo se i fratelli Gallagher concludono il tour senza litigare. Però ricordiamo che, se a Tor Vergata andrà come siamo convinti per il concerto di Ultimo e noi riusciremo a garantire logisticamente l'arrivo in 2 ore di 250mila persone e il deflusso in altre 2 ore, l'eredità per Roma sarà unica. Avere un posto dove porti 250mila persone a pagamento diventa l'opportunità per convincere qualunque grande artista a venire qui. Perché magari qualcuno sceglie per amore, ma la stragrande maggioranza sceglie per business.
Inoltre, ricordiamoci che dietro un grande evento concertistico ci sono tanti posti di lavoro. E in questi anni abbiamo dimostrato che ha funzionato la strategia per cui, attraverso i grandi eventi concertistici, della moda, dello sport e dell'arte, si può trasformare il turismo romano, che è diventato un turismo di qualità maggiore. In passato i turisti stavano 2,3 giorni, mai si sono spostati da questo dato. Adesso restano per più di quattro giorni. Le ricadute economiche sono per tutti e, soprattutto, cresce l'occupazione. Nell'anno record del turismo, il 2019, la crescita occupazionale era stata dell'1,1%. L'anno ha raggiunto il 5,5%.
Abbiamo capito che noi di questo possiamo anche vivere. Non è una forma elitaria di immaginare questo turismo che porta ricchezza. Migliora la città. Tutti gli alberghi che stanno aprendo migliorano anche la qualità dei nostri quartieri oltre a creare i posti di lavoro.
A proposito di qualità del turismo, il 2025 si è chiuso con una notizia importante: l'introduzione di un ticket a pagamento da febbraio 2026 per la Fontana di Trevi. Come è nata quest'idea?
Nasce di comune accordo col sindaco Gualtieri. Mi ero trasferito da pochi giorni con l'ufficio davanti Fontana di Trevi. Sono rimasto sconvolto da quello che i romani erano abituati a vedere da sempre, cioè uno dei monumenti più belli al mondo che era diventato un suk. Milioni di turisti che si affollavano dentro questo catino naturale con gelati appoggiati sulla spalla dell'altro per accaparrarsi un selfie. Mangiavano e buttavano di tutto dentro la fontana.
Questo non è un turismo sano. I turisti devono lasciare più di quello che trovano e il rispetto per i nostri monumenti è fondamentale. Per un anno abbiamo fatto una sperimentazione per cui molti hanno gridato allo scandalo, ma non è stato fatto niente di più dell'introduzione della fila. Capisco che nella mia amata Roma ogni tanto dire di far fare la fila è quasi un atto rivoluzionario.
Quindi abbiamo messo in via della Stamperia una fila in sicurezza, per cui si entra nell'area della fontane senza portare né gelato, né alcol, né cibo. E questa è una forma di rispetto. Siamo di fronte a un monumento che è dell'umanità e noi abbiamo il dovere di tramandarlo per i prossimi tremila anni.
Inoltre, con la presenza di dieci steward, nessuno ha più tentato di fare il Massimiliano Rosolino della situazione e nuotare dentro la vasca. È successo soltanto una volta oltre le 22, quando questo sistema di filtraggio chiude. Inoltre Fontana di Trevi era uno dei luoghi col più alto tasso di borseggi perché la gente era accalcata. Oggi è un posto sicuro dove ti puoi godere di un momento di fronte a uno dei momenti più belli al mondo.
La sperimentazione ci ha spiegato anche un'altra cosa: quante persone passano di lì. Abbiamo visto che la Fontana è visitata mediamente da 30mila turisti al giorno – ma non sulla piazza, sul bordo sulla fontana – con punte di 70mila persone. Vuol dire otto 9 milioni di turisti l'anno. Da lì è nata l'idea di introdurre, come avverrà tra pochi giorni, un ticket di 2 euro.
E come sarà organizzata nel pratico?
Ci sarà una doppia fila, per chi il biglietto già ce l'ha e per chi lo vuole acquistare anche con la carta di credito. Non pagheranno né i residenti di Roma e neanche quelli della città metropolitana di Roma.
E con quei soldi che cosa faremo? Renderemo gratuiti i Musei civici di Roma e mi sembra una grande notizia. Il resto dei soldi rimarrà alla Sovrintendenza capitolina, che ha il dovere di salvaguardare e valorizzare il nostro patrimonio archeologico. Chi dice questa è una scelta sbagliata, ha un approccio provinciale molto miope, anche perché se la Fontana di Trevi fosse stata a New York o in un'altra città americana, non chiedevano 2 euro, ma avrebbe chiesto 50 dollari.
Non dimentichiamo che in questo momento all'ingresso della Fontana di Trevi lavorano 18 persone, assunte da Zetema (società di proprietà di Roma Capitale che opera nel settore della cultura, ndr), che fanno le hostess in varie lingue e danno informazione al turista.
Ci sarà un tornello o simili?
Non ci sarà alcun tornello. Ho visto sui social delle immagini generate dall'intelligenza artificiale dove hanno messo tipo il tornello dello stadio. Ma ci sarà solo una semplicissima struttura fatta in ghisa alta un metro e venti che farà la fila. Più avanti ci sarà lo steward con un lettore ottico.
Il 2025 è stato un anno importante per lei anche a livello politico, perché ha lanciato Progetto Civico Italia, un movimento che vuole rilanciare il centrosinistra partendo dalle amministrazioni locali. Cosa porterebbe della sua esperienza da assessore sulla scena nazionale?
Sicuramente due cose: l'amore per quello che uno fa, e poi il pragmatismo che abbiamo noi amministratori. Noi non siamo abituati a mandare la palla in tribuna come fanno spesso quelli che stanno in Parlamento, dove passano dieci giorni a discutere e ancora non hanno capito cosa prevede la manovra finanziaria. Chi amministra una città, nel bene e nel male, non può bleffare: o le cose le fa o non le fa, o risolve o non risolve.
Naturalmente penso che Roma sia una delle città più complicate da amministrare, però ci sono persone in carne e ossa che affrontano problematiche di carattere nazionale se non internazionale. Perché quello che avviene a Roma è il riflesso immediato dell'immigrazione clandestina, è il riflesso immediato di giovani che studiano e non riescono a trovare il lavoro che meriterebbero, famiglie che non riescono a dare una risposta alla normalità della vita. Persone che lottano per il diritto allo sport, all'educazione, alla sanità.
Noi amministratori viviamo di pane quotidiano, non viviamo di sogni. Cedo che questo spirito sia fondamentale per il mio campo politico, il centrosinistra, se vuole battere la Meloni e la destra. Perché la destra è fortissima nella comunicazione, nel raccontare tutto quello che non va e poi non risolve una cosa. Ci hanno parlato tanto di sicurezza, ma son passati tre anni e tre mesi di Governo Meloni e non hanno fatto un posto in più di carcere. Non hanno risolto mezza delle cose promesse e le statistiche ce lo dicono.
Il Censis ci dice che otto donne su dieci hanno paura a tornare a casa da sola. Sette italiani su dieci dicono che nell'ultimo anno l'insicurezza è aumentata. Vanno in pensione poliziotti e carabinieri e ne assumono un quinto di quelli che vanno in pensione. Attorno alle stazioni italiane è un disastro. Perché poi è evidente che se tu hai una immigrazione clandestina irregolare, dove le persone non vengono reinserite, succede come accadeva 120 anni per gli italiani in America e diventano manodopera per lo spaccio della criminalità.
Ha parlato di pragmatismo. La manovra finanziaria che è stata approvata è pragmatica? Aiuta gli amministratori locali?
No. Non soltanto non aiuta gli amministratori locali, che sono da sempre non sono l'ultima ruota del carro, questa è una manovra che è la fotografia di questo governo. Sono come dei curatori fallimentari, tendono a campare con l'austerity e aggiungiamo dei soldi dove siamo obbligati a farlo. Incredibilmente vengono messi sulle armi, l'unica voce con il segno più di questa manovra.
Perché poi questo è un governo che non ha il coraggio, a differenza di quello spagnolo, di dire a Trump che noi non possiamo permetterci il 5% del PIL sulla difesa. Mentre nella vita concreta delle persone diventa tutta una roulette russa.
In che senso una roulette russa?
Come nella sanità, dove forse ti operano, forse no e poi muori di setticemia perché non c'è l'infermiere o perché infermieri in Italia sono pagati il 37% in meno della media europea.
Oppure sullo sport, per cui sei scuole su dieci in Italia non hanno la palestra. Al Sud arriviamo a otto su dieci. Oggi se non spendi in media 800 euro l'anno la scuola calcio non te la puoi permettere. E poi ci meravigliamo che l'Italia non va ai Mondiali, che mi sembra l'ultimo dei problemi però è la fotografia di un paese che non crede nei talenti.
Io o continuo a credere che l'Italia possa essere il Paese migliore al mondo, ma noi lo rendiamo complesso e quindi 140mila under 35 ogni anno vanno vanno via a malincuore. Siamo destinati a diventare una gigantesca Rsa. Col piccolo problema che questi anziani non verranno neanche curati dallo Stato ma verranno curati da noi, dalla nostra generazione che è un po' sfigata
Perciò serve una rivoluzione sana fatta di merito, di meno burocrazia, ma anche di tassazione diversa, molto più bassa, per esempio, fino a 35 anni. E che senso ha laurearsi, studiare, formarsi se poi guadagnare 1100, 1400 o, quando va bene, 1.500 euro. Uno Stato intelligente fa una tassazione progressiva in base anche all'età.
Ma andando un altro passo più avanti nel futuro. Il 2027 si prospetta come un anno importante. Ci saranno le elezioni amministrative a Roma, ma anche le politiche. Progetto Civico Italia che obiettivo si pone?
Vogliamo contribuire alla nascita di un nuovo movimento politico, un nuovo partito all'interno del centrosinistra, che lo si chiami terza o quarta gamba o come vi pare.
Il tema fondamentale è contribuire in maniera decisiva a mettere in campo un contenitore che dia voce ai tanti amministratori che hanno la sana ambizione di poter dare un contributo nazionale. Ma soprattutto rispondere a tante esigenze su cui in passato noi del centrosinistra siamo stati lacunosi. Perché sulla sicurezza non siamo stati mai netti, così come sulle piccole e medie imprese e sui giovani.
Dobbiamo far capire in maniera concreta a tutti come credere nel futuro, cioè parlare di una visione che duri almeno quindici o vent'anni. Nessuno rimane in Italia oggi se non ha una prospettiva di lungo periodo. Progetto civico Italia contribuirà alla nascita di qualcosa che possa essere decisivo per battere Giorgia Meloni.