85 CONDIVISIONI
Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Serena Mollicone, processo si sposta in caserma: i giudici sul presunto luogo del delitto

I giudici della Corte d’Assise hanno voluto fare un sopralluogo nella caserma di Arce. L’obiettivo è vedere il percorso che avrebbe fatto Serena Mollicone il giorno della sua morte.
A cura di Natascia Grbic
85 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

L'udienza del processo tenutasi ieri per l'omicidio di Serena Mollicone si è spostata nella caserma di Arce, dove la giovane sarebbe stata uccisa. Sono stati i giudici a decidere di voler visionare quello che dall'accusa è indicato come il luogo del delitto. A dire che Serena quella mattina era entrata nella caserma di Arce è stato Santino Tuzi, il brigadiere che poi si è suicidato con un colpo di pistola nella sua auto. I giudici hanno voluto vedere di persona il percorso che avrebbe fatto la 18enne quella mattina, e capire se fosse possibile che il vice maresciallo Vincenzo Quatrale non l'abbia vista, come da lui sostenuto. La famiglia Mottola, accusata dell'omicidio, ha sempre sostenuto di non aver ucciso Serena. La tesi della difesa è che le urla della ragazza si sarebbero sentite e non avrebbero potuto ucciderla in caserma passando inosservati.

"Siamo innocenti, la porta non è l'arma del delitto", ha dichiarato ai giudici l'ex maresciallo Franco Mottola nelle scorse udienze.  "Noi abbiamo impostato la nostra difesa soprattutto nel fatto che la porta non è l'arma del delitto, lo strumento lesivo – ha spiegato l'avvocato Carmelo Lavorino, legale della famiglia Mottola – Hanno preso un abbaglio, un chiaro sbaglio da diversi anni, non hanno il coraggio di tornare indietro e noi già abbiamo dimostrato già sotto alcuni aspetti che hanno sbagliato e durante la nostra consulenza demoliremo tutti quanti gli aspetti tecnici che sono contro la famiglia Mottola."

Non è dello stesso avviso l'accusa, convinta che Serena Mollicone sia stata sbattuta contro la porta. La sua testa avrebbe colpito lo stipite, ferendola gravemente ma non uccidendola. A quel punto, spiega chi indaga, la famiglia Mottola l'avrebbe portata nel bosco di Arce, dove l'avrebbe uccisa mettendole un sacchetto di plastica intorno alla testa. E in questo bosco è stata trovato il corpo di Serena, dopo qualche giorno dalla scomparsa. Un delitto che, dopo più di vent'anni, attende ancora una risposta.

85 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views