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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, la Procura chiede l’ergastolo per Elder e Hjorth

La Procura ha chiesto l’ergastolo per Elder e Natale Hjort, i due giovani americani sotto processo davanti alla Corte d’Assise di Roma per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate nel quartiere Prati la notte del 26 luglio 2019. Per il pm Calabretta è stato “un attacco micidiale, sproporzionato” e la responsabilità degli imputati e condivisa.
A cura di Nico Falco
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Il vicebrigadiere Cerciello e la moglie
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Il sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta, dopo quattro ore di requisitoria, ha chiesto l'ergastolo in Corte d'Assise a Roma per Finnegan Lee Elder e Cristian Gabriel Natale Hjort, i due giovani americani accusati in concorso di omicidio volontario per la morte di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso a coltellate nel quartiere Prati nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019. Il pm ha chiesto la trasmissione degli atti in procura per Pompei e Saracila, i due spacciatori coinvolti nella storia.

Durante l'arringa il sostituto procuratore ha ricostruito quella notte. "È stata un'aggressione, un attacco violento, micidiale, sproporzionato – ha detto – poco avrebbe potuto fare per difendersi anche se fosse stato armato, ma non lo era. La finalità di quell'azione era unicamente uccidere". Secondo quanto accertato, il vicebrigadiere fu colpito da 11 coltellate sferrate in rapida successione, in appena 30 secondi. "Cerciello non ha avuto il tempo di elaborare nessuna difesa attiva – ha continuato il pm – non c'è segno di un attacco di Cerciello o di un tentativo di strangolamento. Il passaggio alle spalle di soppiatto dei due carabinieri non è ragionevole. E il collega Andrea Varriale non è potuto intervenire" in aiuto del collega durante l'aggressione "in quanto assorbito dalla colluttazione con Natale".

Per il magistrato la responsabilità dei due imputati è condivisa "perché ogni scelta quella sera fu fatta insieme. È Natale che fa le telefonate, che tratta la dose di stupefacente. È lui che discute e chiede indietro 80 euro e un grammo di cocaina. Quello è il prezzo dell'estorsione".

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