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“Oh no, mio marito”, ma era una truffa: invitava uomini in casa, poi dall’armadio usciva il complice che li derubava

Una finta escort attirava uomini nel suo appartamento al Collatino a Roma, dove li attendeva una trappola: un complice fingeva di essere il marito geloso e li rapinava. Tre persone arrestate, due condannate a 3 e 4 anni. Il gruppo è accusato anche di truffe, percosse e rapine.
A cura di Francesco Esposito
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Immagine creata con intelligenza artificiale
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Metteva degli annunci online come escort, attirava uomini alla ricerca di un'avventura nel suo appartamento in zona Collatino a Roma, ma era una trappola. Nell'armadio o nella stanza accanto c'era un complice pronto a fare la parte del marito: "Che ci fai qui? Non ti vergogni? Se non te ne vai ti sfondo" e la furia di gelosia diventava un pretesto per rapinare i malcapitati clienti. Sono decine le vittime di questa truffa per cui sono finite in manette tre persone. Per due di loro, la finta escort e un uomo, sono stati condannati a 3 e 4 anni con rito abbreviato. Il terzo, già rinviato a giudizio una volta, affronterà un processo ordinario.

Gli annunci sui siti d'incontri e la rapina con botte e minacce

La notizia è riportata da la Repubblica. Sono accusati di rapina, truffe e percosse per questo schema che avevano ripetuto varie volte e che finiva sempre nello stesso appartamento di Roma est. Gli annunci sui siti d'incontri a pagamento proponevano situazioni piccanti e anche rapporti a tre. I numeri di telefono erano sempre diversi, ma rispondeva sempre la stessa voce femminile, quella della donna che apriva la porta in abiti provocanti. Il pagamento era in anticipo, ma, non appena i due si spostavano in camera da letto, dall'armadio o da un'altra stanza sbucava uno dei complici. E allora erano urla, botte e anche minacce con un coltello.

Nella maggior parte dei casi, le vittime fuggivano via terrorizzate lasciando sul posto vestiti, portafogli e telefono. Se venivano bloccati c'era anche l'estorsione di altro denaro, gioielli o, in un caso, anche dell'automobile.

Accusati anche di altre rapine: usavano la messinscena dei finti poliziotti

Lo schema si sarebbe ripetuto decine di volte secondo la ricostruzione del pubblico ministero Antonio Verdi. Il trio di truffatori non si sarebbe limitato ad attirare le vittime con la tattica della escort. Fra i reati contestati c'è anche una rapina al titolare di una farmacia di Casal Bruciato e un'altra elaborata messinscena: avrebbero allestito dei posti di blocco fingendosi poliziotti dell'antidroga, ma anziché controllare gli automobilisti, li derubavano di soldi e carte di credito. Avrebbero anche minacciato un tassista per costringerlo ad una corsa gratuita.

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