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Muore per un tumore al seno non riconosciuto dai medici, risarcimento da un milione di euro ai famigliari

Si è concluso il primo grado civile di giudizio nei confronti della morte di una paziente alla quale non è stato diagnosticato in tempo il tumore al seno. I famigliari verranno risarciti per un milioni e 50mila euro.
A cura di Alessia Rabbai
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Un milione e 50mila euro è il risarcimento che riceveranno i famigliari di una donna, morta per un tumore al seno non diagnosticato dai medici. È quanto stabilito dai giudici del Tribunale di Latina al termine del primo grado civile di giudizio. Il caso risale al 2011, quando la paziente, una quarantatreenne, si è rivolta a un centro del capoluogo pontino. I medici tuttavia non hanno riconosciuto che aveva un carcinoma al seno, la donna è stata rimandata a casa ed è deceduta dopo quattro anni.

Come riporta Il Corriere della Sera i fatti risalgono a quattordici anni fa, quando la donna si è rivolta a un centro specializzato in mammografie di Latina, per sottoporsi ad alcuni esami di screening preventivi per tumore alla mammella. I medici visionando i risultati hanno detto alla paziente di stare tranquilla e di tornare a casa, perché non aveva nulla.

Dalle visite e un'eco mammografia le hanno detto di aver riscotrato "microcalcificazioni tondeggianti" e che avrebbe dovuto ripetere gli esami l'anno successivo. Tuttavia non le hanno prescritto approfondimenti diagnostici a breve termine. Solo a distanza di un anno la paziente ha scoperto di avere un carcinoma al seno molto aggressivo, si è sottoposta ai protocolli sanitari ma il tumore è progredito rapidamente con metastasi.

A nulla purtroppo sono serviti gli interventi chirurgici e i cicli prolungati di chemioterapia. La donna è morta quattro anni dopo all'età di quarrantasette anni. I famigliari sospettando un caso di malasanità hanno sporto denuncia, assistiti dall'avvocato Andrea Barbesin, e sono partiti gli accertamenti all'interno del centro, con l'esame delle cartelle cliniche della paziente. Indagini che hanno portato al processo. Il giudice nell'emettere la sentenza e stabilire il risarcimento ha riconosciuto il nesso tra condotta omissiva colposa dei sanitari e il decesso dovuto alla mancanza di approfondimento diagnostico. La donna con una diagnosi tempestiva del carcinoma al seno avrebbe avuto maggiori possibilità di salvarsi iniziando subito le cure.

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