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Metro Termini- Giardinetti: Soprintendenza dice no e blocca i lavori per il capolinea a Tor Vergata

La tratta della metro G, quella che collega Termini a Giardinetti, non può essere estesa ai nuovi capolinea, fra cui Tor Vergata. Per la Soprintendenza è un no: ci sono “vincoli archeologici”.
A cura di Beatrice Tominic
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I lavori per la trasformazione del trenino Termini- Giardinetti sarebbero dovuti partire entro la prima metà di quest'anno, ma a causa di un blocco imposto dalla Soprintendenza non inizieranno presto. La metropolitana G, come era stata nominata dai grillini che avevano pronto il progetto a gennaio 2020, non si farà: il veto sulla creazione dei nuovi capolinea è stato posto per vincoli archeologici, come si legge in un articolo di oggi de il Messaggero. La tratta, che collega una delle zone centrali di Roma, snodo della maggior parte delle infrastrutture, alla zona di Tor Vergata, non sarà disponibile per Giubileo del 2025 e neppure per l'Expo 2030, i due grandi eventi a cui si prepara Roma.

La metro G: il progetto iniziale

Quelli che attraversano l'ex ferrovia concessa Termini Laziali-Giardinetti, che fino a pochi mesi fa era ancora di proprietà della Regione Lazio, sono i treni più vecchi della flotta Atac: si tratta di 6 treni del 1927 che lo scorso anno hanno percorso poco meno di 165mila chilometri. Come i treni, di conseguenza, anche lo stesso tracciato è realizzato con tecniche obsolete: i binari sono a "scartamento ridotto" poiché la distanze fra le ruote dei treni è di 905 millimetri anziché 1435.

Il progetto iniziale, che prevedeva la conclusione dell'opera entro il Giubileo del 2025 e il finanziamento dal Ministero dei Trasporti, prevedeva un passaggio ai binari con scartamento normale con la sostituzione dei mezzi e la creazione di nuovi capolinea spostando quello nella zona centrale della città su via Giolitti e allungandosi ancora più ad est con altre 8 fermate e capolinea a Tor Vergata, per raggiugnere facilmente sia Università che Policlinico. È proprio questa la zona scelta come area per l'Expo 2030: la linea G sarebbe stata, in questa ottica, un collegamento essenziale.

Il veto imposto dalla Soprintendenza sul capolinea di Roma

Dopo due anni dalla proposta iniziale, però, in Commissione Mobilità è arrivato il veto della Soprintendenza sulla realizzazione dei nuovi capolinea: in questo modo i tempi si allungano e la paura di non riuscire a concludere i lavori prima del Giubileo è diventata una certezza. Spostando il capolinea di Termini si creano problemi per il passaggio del tram nei pressi del Tempio di Minerva (anche se oggi il trenino della tratta attraversa la stessa zona senza particolari difficoltà).

Pur di riuscire a completare l'opera, dal Dipartimento Mobilità hanno dichiarato che sarebbero disposti a procedere a binario unico allontanandoci dall’area del Tempio. Oltre a questo primo ostacolo, però, si è aggiunta anche Porta Maggiore: "Il dubbio, era che la Soprintendenza non volesse far passare il tram sotto gli archi della Porta. Stiamo cercando delle soluzioni", hanno aggiunto i funzionari del Campidoglio. Ma, come prima, anche in questo caso quello di Porta Maggiore è un punto già attraversato dal passaggio del trenino oggi.

I problemi anche per il capolinea di Tor Vergata

È per il capolinea di Tor Vergata, in particolare, che la Soprintendenza ha posto il vero e proprio vincolo archeologico al fine di salvaguardare preesistenti ville romane.
"Dobbiamo trasformare l’attuale trenino in un tram almeno fino a Giardinetti. Non bloccheremo tutta l’opera per il veto della Soprintendenza", ha dichiarato l'assessore ai Trasporti Eugenio Patanè. Dallo Soprintendenza, invece, i tecnici hanno spiegato: "Il progetto definitivo è ancora fermo, dobbiamo superare questi blocchi posti dalla Soprintendenza e aspettiamo di ricevere dal Ministero dei Trasporti lo schema di convenzione."

La critica di D'Amato

Sulla vicenda di è espresso con una nota anche l'assessore alla Salute Alessio D'Amato: "I possibili veti della Soprintendenza sul capolinea di Tor Vergata rischiano di creare un danno per i cittadini e gli operatori che ogni giorno si recano al Policlinico di Tor Vergata, un presidio importante per quel quadrante della città anche in vista di grandi evento come il Giubileo e l’Expo – ha spiegato l'assessore – Peraltro, sull’ospedale sono previsti ulteriori investimenti per completare i livelli assistenziali di un DEA di secondo livello. Raggiungere quell’area su ferro è la strada maestra ed auspico che la Soprintendenza riveda la propria posizione. La post pandemia ha bisogno di scelte concrete e veloci."

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