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Metro C, il governo taglia 50 milioni: “Rischiamo di dover fare il cantiere a piazzale Clodio e bloccare mezza Roma”

Il taglio di 50 milioni alla Metro C previsto nella legge di bilancio mette a rischio l’opera. L’assessore alla Mobilità Patané a Fanpage.it: “Non possiamo approvare la tratta T1. Far uscire i camion con la terra di scavo da piazzale Clodio sarebbe follia”.
A cura di Francesco Esposito
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Un taglio da 50 milioni di euro che potrebbe fare molto male alla mobilità di Roma. È quanto emerge leggendo le tabelle allegate alla manovra di bilancio per il 2026 che riportano il definanziamento della Metro C. Soldi che in una legge finanziaria possono sembrare briciole, ma il cui venire meno potrebbe comportare grossi danni per i cittadini della Capitale.

"Senza quei soldi non possiamo approvare la Tratta T1", contesta ai microfoni di Fanpage.it l'assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patané. Si parla della porzione di Linea C che va dalla fermata Clodio/Mazzini nel quartiere Prati, passa dal Flaminio con la stazione Auditorium e arriva al capolinea con fermata Farnesina. Un percorso fondamentale, che garantirebbe il collegamento del settore Nord-Ovest della città con quello Sud-Est. Inoltre significherebbe una connessione rapida con l'area del Foro Italico e dello Stadio Olimpico.

Eugenio Patanè, assessore capitolino ai Trasporti e alla Mobilità.
Eugenio Patanè, assessore capitolino ai Trasporti e alla Mobilità.

Patané: "Senza i fondi non possiamo approvare la tratta T1"

"Quest'opera rientra nella vecchia Legge Obiettivo del 2001 e prevede il cosiddetto General contractor – continua Patané -: cioè non si può approvare un'opera pubblica se non si hanno tutti i fondi necessari per realizzarla".

La quota di 50 milioni è effettivamente una piccola parte dei soldi che serviranno a realizzare la T1 ma "è il sassolino che può far cadere la montagna", aggiunge l'assessore alla Mobilità. "Per la tratta avevamo previsto 900 milioni di euro, una cifra già molto risicata – continua -. Con l'aumento dei prezzi, infatti, pur di approvarla, abbiamo tolto due installazioni connesse che però sarebbero state di grande utilità: il parcheggio di scambio di Farnesina e i ‘tronchetti' di ricovero per i treni a piazzale Clodio, per cui in casi di emergenza e chiusura della tratta T1, i treni potevano partire dalla T2 e non si sarebbe dovuto interrompere l'intero servizio".

Immagine da Roma Metropolitane
Immagine da Roma Metropolitane

"Centinaia di camion al giorno dovrebbero uscire da piazzale Clodio"

La mancanza di approvazione poterebbe naturalmente a un ritardo nell'apertura dei cantieri della tratta. Sono da poco incominciate le procedure di esproprio sulle aree private necessarie ai lavori. Secondo il cronoprogramma della società incaricata Roma Metropolitane Srl, le macchine escavatrici, le cosiddette ‘talpe', sarebbero dovute entrare in azione già nella seconda metà 2026. La stazione capolinea Farnesina inizialmente dove essere aperta per il 2036. A inizio ottobre, però, Gualtieri ha dichiarato di voler completamente dell'intera linea è il Giubileo Straordinario del 2033. Obiettivo difficile alla luce di questo taglio.

"Se, però, la stessa situazione dovesse verificarsi anche l'anno prossimo, cambierebbe l'intero programma di lavori per la T1 – continua l'assessore Patané -. Invece che far calare le ‘talpe' a Farnesina come abbiamo immaginato, dovremmo farle calare a Clodio. Ma Farnesina è una zona poco urbanizzata, non residenziale, ideale per far uscire dalla città, attraverso la tangenziale, centinaia di camion di terra di scavo ogni giorno. A piazzale Clodio, un'area già congestionata, sarebbe una follia".

"Aggiungo che non è possibile che si tratti di una ‘rimodulazione', cioè uno spostamento dei fondi nel tempo – risponde alla Lega l'assessore Patané -. Questi 50 milioni sono fondi residui che derivavano da quelli stanziati per le precedenti tratte. I fondi residui o vengono messi o no, non si possono spostare"

A rischio l'acquisto di treni: "Gli appalti già firmati sarebbero illegittimi"

Il taglio sulla mobilità sotterranea della Capitale è il più pesante, ma nella nuova legge di bilancio ci sono anche 15 milioni in meno per la M4 di Milano e 15 in meno per l'estensione del trasporto rapido di massa tra Afragola e Napoli. Non solo. "Potrebbero essere delle rimodulazioni, invece, i tagli ai fondi per l'acquisto del materiale rotabile", cioè per i treni, aggiunge Patané.

"Le convenzioni per ordinare i treni però le ho già firmate – continua l'assessore -. Non si possono togliere fondi per contratti già stipulati, non puoi neanche spostarli al 2029 o chissà quando. Anzi i contratti si chiuderanno prima e le società vorranno i soldi prima".

Un ritardo negli acquisti dei treni potrebbe essere un'occasione persa di migliorare la vita quotidiana nella Capitale. Allo stato del servizio attuale, infatti, i tempi d'attesa per la Metro C, secondo le varie app di mobilità, sono di circa 10 minuti. "Abbiamo acquistato 36 treni per la metro B e 17 per la metro C. Sono entrambi contratti già stipulati, con tanto di appalti e gare. Ora non mi puoi dire: ‘Hai questa somma' e dopo un po' ‘Contrordine, non ce l'hai più'. Nel caso della metro B abbiamo già firmato il primo applicativo per 14 treni e stiamo per firmare il secondo per 16. E abbiamo già firmato per quelli della Metro C e, anche se è poco quanto è stato tolto rispetto alla totalità del contratto, quando si fa un'accordo bisogna avere la disponibilità dell'intera somma. Perché altrimenti l'appalto è illegittimo".

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