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Mercedes, carte di credito e mazzette da 3mila euro a paziente. La collega di Palumbo: “Vendo ghiaccio agli eschimesi”

Intercettazioni e atti dell’inchiesta ricostruiscono un sistema di smistamento dei pazienti dall’ospedale pubblico alle cliniche private in cambio di denaro.
A cura di Francesco Esposito
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Il dottor Roberto Palumbo
Il dottor Roberto Palumbo

È primario del reparto di Nefrologia all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, ma secondo la procura era anche "socio occulto" del centro di dialisi privato Dialeur. È questo il quadro ricostruito dai pubblici ministeri sulla figura del dottor Roberto Palumbo, arrestato in flagranza dopo aver intascato una tangente da tremila euro e ora ai domiciliari.

Il pm Gianfranco Gallo descrive un sistema di corruzione che avrebbe come perno Palumbo e Maurizio Terra, imprenditore e amministratore unico della Dialeur Srl anche lui finito ai domiciliari. Attorno a loro, però, ruoterebbero altri professionisti e referenti delle cliniche private, indispensabili per rendere possibile lo smistamento dei pazienti dimessi dall'ospedale verso strutture "amiche".

La denuncia di Alfarone, l'imprenditore escluso

Le indagini sono partite dalla denuncia di Carmelo Alfarone, titolare del centro dialisi Diagest srl, anche lui indagato. Allarmato per il calo dei pazienti e temendo il fallimento, Alfarone ha detto ai pm di essersi rivolto già nel 2016 a Palumbo per chiedere spiegazioni: "Mi fece chiaramente intendere che avrei dovuto sborsare la somma di 3mila euro per paziente, facendomi intendere che questa fosse la prassi che egli adoperava anche con altre strutture".

Secondo gli inquirenti, con il tempo le richieste del primario sarebbero diventate "sempre più pressanti ed esorbitanti". Le verifiche effettuate sui pagamenti mostrano che Alfarone avrebbe finito per sostenere per Palumbo due auto in leasing — una Smart e una Maserati — oltre all'affitto di un appartamento in via Gregorio VII. Il medico avrebbe inoltre ottenuto dal centro Diagest anche un contratto di consulenza per la propria compagna.

Davanti ai pm Palumbo non ha negato di aver ricevuto quei benefici, ma ha sostenuto che "il rapporto con Alfarone era di amicizia, che loro non stavano a vedere cosa io davo a lui e cosa lui a me". Un legame tanto profondo "che quando, incrinatisi i rapporti, egli aveva appreso … che tutte le attenzioni riservategli erano finalizzate ad ottenere, sostanzialmente, benefici dalla sua posizione, aveva avuto una fortissima delusione".

Le intercettazioni: smistamenti mirati e pazienti trattati come pacchi

"Le intercettazioni telefoniche hanno permesso di comprendere l'esistenza di un filo diretto tra l'Ospedale Sant'Eugenio ed alcuni centri dialisi", scrivono gli inquirenti, sottolineando che Palumbo manteneva rapporti costanti con le stesse strutture private, "avvalendosi anche della dottoressa Paola Tatangelo medico nefrologo del Sant'Eugenio", anche lei indagata.

Dialeur, Diaverum, Madonna della Fiducia e Rome American Hospital formavano un circuito privilegiato, all'interno del quale i pazienti venivano suddivisi secondo convenienze interne. Emblematica l'intercettazione tra Tatangelo e Annalisa Pipicelli, direttrice sanitaria di Dialeur: "Le diciamo che qui non abbiamo posto… però abbiamo i nostri centri eccetera eccetera". Seguivano istruzioni logistiche: "Tu gli dai l'unico turno che hai… nell'ipotesi che lui voglia fare per forza l'altro turno tu lo manderai a Diaverum".

Convincere i pazienti a spostarsi era parte delle mansioni: "Vendo ghiaccio agli eschimesi", dice Tatangelo parlando della capacità di far accettare soluzioni più scomode. Le indicazioni finali, però, le dava sempre Palumbo: "Adesso devi lavorare un po' più su Diaverum e su Madonna", diceva dopo aver festeggiato i cento pazienti assegnati a Dialeur.

Primario e socio occulto di Dialeur

Secondo la giudice per le indagini preliminari Paola Della Monaca, il continuo trasferimento di malati dall'ospedale pubblico alle cliniche "certamente soddisfa l'interesse dei pazienti", ma crea "una indebita commistione con interessi privati", in particolare quelli del primario.

Lo stesso Terra, nell'udienza di convalida, avrebbe ammesso che le tangenti consegnate a Palumbo erano "una sorta di ripartizione di utili provenienti dall'attività della Dialeur in favore del socio occulto Palumbo".

Un'interpretazione che torna in molte intercettazioni. La moglie di Terra chiede: "Ma quindi Dialeur è anche di Roberto?". Terra risponde: "Sì. Sulla carta no". Anche il ragioniere Federico Germani, parlando con un notaio, spiega che il suo cliente "fa parte del gruppo Dialeur", salvo poi chiedere che la frase venisse dimenticata.

Per favorire Dialeur, Palumbo avrebbe anche compilato ricette in bianco necessarie ad attivare in urgenza un quarto ciclo di dialisi, passaggio indispensabile per consentire alla clinica privata di farsi rimborsare dall'Asl.

Lo "scrigno" societario per coprire i flussi di denaro

Non tutto il denaro passava in buste consegnate in nero come quella ricevuta il giorno dell'arresto. Per schermare i flussi, secondo la procura Palumbo, Terra e Germani avrebbero creato la società Omnia 2025 Srl: uno "scrigno", un "vaso di Pandora", come viene definita in alcune conversazioni. Una scatola vuota che avrebbe avuto il solo scopo di produrre fatture per operazioni inesistenti. Formalmente amministratore unico era Germani, ma la carta di credito della società — e dunque l'accesso al denaro — era nelle mani di Palumbo.

La rete dei pagamenti in nero con il Rome American Hospital

In molte intercettazioni compaiono anche gli scambi di contanti. Il rumore delle banconote contate, le buste bianche, l'utilizzo di intermediari. In particolare con il Rome American Hospital, struttura dove Palumbo eseguiva operazioni pagate "a gettone". "Ti lascio i miei auguri a Fabio", "Mandami Maurizio", "Ti mando Ciro". Il pagamento da Giovanni Lombardi, responsabile della struttura, a Palumbo sarebbe passato sempre tramite altri, ma un mese prima dell'arresto il primario del Sant'Eugenio si lamenta con Terra: "Il nero non esiste più, da nessuna parte, nessuno lo può fare più". Ma pochi giorni dopo, proprio una mazzetta in contanti gli è costata l'arresto.

Le reazioni di Asl e Regione Lazio: "Ci costituiremo parte civile"

La Asl Roma 2, a cui fa capo l'ospedale Sant'Eugenio, ha aperto un fascicolo interno e ha attivato l'ufficio di disciplina nei confronti di Palumbo. Come si apprende dalla Asl, inoltre, per il medico è scattata la sospensione obbligatoria dal servizio dal 5 dicembre.

"È orribile quello che è stato scoperto", ha commentato il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. "Ci sarà un approfondimento sulle strutture coinvolte per verificare se hanno a che fare con la persona arrestata insieme al dottor Palumbo, per eventuali sospensioni dell'accreditamento. Non faremo sconti a nessuno, ma non bisogna fare passi falsi mettendo a rischio la salute dei pazienti. In base alle decisioni della magistratura, potrebbe intervenire l'amministratore giudiziario. Se ci sarà un processo la Regione Lazio sarà parte civile o direttamente o attraverso la Asl Roma che ci sarà sicuramente".

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