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Maxi rave a Tor di Valle, in centinaia a ballare alle porte di Roma: identificati i partecipanti

Sono centinaia le persone identificate questa mattina dalla Digos, dopo essersi riunite a via dell’Ippodromo per partecipare a un rave organizzato in una vasta area verde alle porte di Roma. Sul posto anche carabinieri e polizia, che stanno procedendo alla liberazione dell’area. Non escluse denunce verso gli organizzatori.
A cura di Natascia Grbic
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Questa notte centinaia di giovani si sono riuniti in un'ampia area verde alle porte di Roma per partecipare a un rave party. Sul posto le forze dell'ordine, con la Digos che sta identificando i partecipanti, coadiuvata da carabinieri e polizia, che stanno invece procedendo per far defluire le ultime persone rimaste a ballare e liberare l'area, in via dell'Ippodromo di Tor di Valle, all'esterno del Grande Raccordo Anulare. Non è escluso che chi abbia organizzato l'iniziativa venga denunciato, anche se in questo tipo di eventi – che rispondono a una gestione collettiva – è molto difficile risalire a chi li abbia gestiti. Il rave è stato avvertito dai residenti della zona, che sin da questa notte hanno cominciato a sentire musica ad alto volume proveniente dai campi. Al momento però, l'evento è in via di conclusione.

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Il precedente del rave party al lago di Mezzano

Si tratta del secondo rave party di grandi dimensione organizzato nelle ultime settimane. Il primo, quello di Viterbo, ha fatto molto discutere sia per il gran numero di partecipanti – migliaia di persone – sia per il fatto che fosse adiacente a un'area verde protetta. Un rave che ha sollevato moltissima attenzione, tra preoccupazioni legittime e fake news che sono cominciate a girare, leggende metropolitane fantasiose riprese persino dai media. La ‘festa', che ha richiamato persone provenienti da tutta Europa, è stata interrotta prima del previsto dopo la morte di Gianluca Santiago, un giovane che è andato a nuotare nel lago di Mezzano per fare delle immersioni, e che non è più riemerso. Il timore è che un evento di simili dimensioni potesse innescare un focolaio di coronavirus: ma a distanza di due settimane, la Asl di Viterbo ha comunicato che nessun cluster si è registrato nell'area in seguito al rave.

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