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Maxi blitz nelle case popolari di Pomezia: controllati 125 appartamenti

È scattato all’alba di questa mattina, 28 aprile, una vasta operazione delle forze dell’ordine nel territorio di Pomezia. 125 appartamenti di via Fellini di proprietà del Comune di Roma sono stati sottoposti a controlli da parte della Polizia locale, su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri. 200 agenti stanno verificando alcune presunte occupazioni abusive degli alloggi, destinati a chi si trova in condizioni economiche difficili.
A cura di Paola Palazzo
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È scattata all'alba di questa mattina, 28 aprile, una vasta operazione delle forze dell'ordine nel territorio di Pomezia. 125 appartamenti di via Fellini di proprietà del Comune di Roma sono stati sottoposti a controlli da parte della Polizia locale, su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri. Da quanto si apprende, circa 200 agenti sono scesi in campo per verificare alcune presunte occupazioni abusive degli alloggi, destinati a chi si trova in condizioni economiche difficili. Le operazioni sono ancora in corso e gli agenti stanno effettuando il censimento delle persone che abitano all'interno delle case popolari. Sul posto è presente anche il nucleo cinofilo. Si attende l'arrivo del magistrato.

Sequestri e pestaggi a Tor Bella Monaca: 51 arresti con aggravante mafiosa

Ieri mattina i carabinieri del Comando provinciale hanno arrestato 51 persone facenti capo alla piazza di spaccio di Tor Bella Monaca a Roma. Il blitz è scattato all'alba di martedì 27 aprile e ha coinvolto diverse regioni della Penisola, da Nord a Sud. Impegnati nella maxi operazione oltre 300 militari, con unità cinofile ed elicotteri del Nucleo Carabinieri di Pratica di Mare, che hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, dietro richiesta della Direzione distrettuale Antimafia. I destinatari dei provvedimenti sono accusati di reato di droga con l'aggravante del metodo mafioso.

Secondo quanto ricostruito dal Nucleo investigativo di Frascati, al vertice dell'organizzazione criminale c'erano due fratelli, che gestivano le attività della piazza di spaccio di via dell'Archeologia 106. Un giro d'affari da circa 600 mila euro. Il tutto era gestito grazie ad un efficiente organigramma, dove ognuno aveva i propri compiti sulla base di una gerarchia molto precisa. Chi non eseguiva gli ordini subiva severe punizioni con sequestri di persona o pestaggi ai danni dei familiari dell'infedele. Per questo motivo è stata riconosciuta l'aggravante del metodo mafioso.

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