Massacra di botte la ex al lago: “Hai lasciato scappare il pesce dall’amo”. Condannato un 33enne

Aveva perso un pesce durante una battuta di pesca al lago di Bolsena, così l'ex l'ha picchiata fino a romperle un polso. Ora l'uomo, un viterbese di 33 anni, è stato condannato in primo grado a quattro anni e nove mesi di reclusione e a pagare 5700 euro di multa.
Maltrattamenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale i reati di cui è stato giudicato colpevole. Il giudice ha poi disposto il rinvio degli atti della deposizione della madre dell'imputato, ora accusata di falsa testimonianza. Disposti anche risarcimenti da migliaia di euro per la vittima e i suoi familiari, costituiti parte civile.
Le cade in acqua un pesce, picchiata dall'ex
Il fatto è accaduto il 13 maggio del 2024 sulle sponde del lago di Bolsena. I due ex fidanzati erano usciti per una battuta di pesca in notturna, ma un esemplare scappato durante le operazioni avrebbe scatenato l'ira immotivata del ragazzo, che ha picchiato barbaramente la compagna. Nei giorni successivi all'evento, l'uomo, passato poi alle cronache locali con il soprannome de "il pescatore", ha aggredito e minacciato anche la famiglia della ragazza. L'imputato è recluso nel carcere di Viterbo dal 12 agosto scorso, dopo che ha violato i domiciliari con braccialetto elettronico, minacciando nuovamente via social l'ex e i suoi familiari. Nell'occasione ha anche posto resistenza all'arresto provando a scappare dalla polizia.
Il testimone: "Lui mi ha detto che era caduta"
La pena per quest'episodio di violenza è risultata inferiore a quanto richiesto dalla procura, che aveva chiesto a cinque anni e nove mesi. Prima della discussione la difesa ha chiamato un ultimo teste: un pescatore che si trovava sul luogo la mattina dell’aggressione e che aveva portato la colazione alla coppia. "Erano in auto, non ho notato niente di strano – ha raccontato – mi sono stupito all’arrivo dei carabinieri e del 118. Lui mi ha detto che era caduta e si era fatta male al polso". Il testimone ha anche negato che la vittima le avesse chiesto aiuto.
La condanna in primo grado
Come sostengono i legali dell'uomo, la coppia avrebbe convissuto per dieci mesi in casa dei genitori di lui e non ci sarebbero stati altri episodi di violenza oltre a quello sfociato del 13 maggio 2024. La donna, invece, avrebbe spiegato di aver anche ricevuto delle minacce dall'ex che le avrebbe inviato un video in cui brucia dei vestiti. "Ti brucio come loro", le avrebbe scritto.
I risarcimenti stabiliti dal giudice in primo grado sono di 4500 euro per la vittima, 2500 per il padre e 1500 rispettivamente per la madre e il fratello minorenne. Cifre provvisorie. Infatti, i legali della famiglia hanno annunciato che, in sede civile, chiederanno 50mila euro per ciascun componente.