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L’ultimo mistero su Diabolik: il proiettile che l’ha ucciso era del reparto Scorte della polizia

Come ha fatto quella pallottola a finire nella pistola di Raul Esteban Calderon, arrestato a dicembre scorso con l’accusa di essere l’assassino dell’ex capo ultras della Lazio? Ad oggi resta un mistero.
A cura di Enrico Tata
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Il proiettile che ha ucciso Fabrizio Piscitelli, Diabolik, era uno di quelli in dotazione al reparto Scorte della polizia, hanno riportato Alessia Marani e Valentina Errante sul Messaggero. Ma come ha fatto quella pallottola a finire nella pistola di Raul Esteban Calderon, arrestato a dicembre scorso con l'accusa di essere l'assassino dell'ex capo ultras della Lazio? Ad oggi resta un mistero.

La pistola usata per l'omicidio Piscitelli in dotazione alla polizia

Negli atti giudiziari, si legge sul Messaggero, il proiettile 9×19 parabellum utilizzato per l'agguato a Piscitelli viene descritto come "munizionamento da guerra in uso alle forze di polizia, lotto 33/16 assegnato al reparto scorte del Viminale". Le munizioni vengono acquistate esclusivamente con bandi di gara pubblici e poi assegnati ai diversi dipartimenti, quindi non c'è dubbio che provenga da un ufficio delle forze dell'ordine. Potrebbe, in ogni caso, appartenere a un'arma persa o rubata da qualcuno. Ricordiamo che la pistola, l'arma del delitto Piscitelli, non è mai stata ritrovata.

Calderon aveva una talpa alla Squadra Mobile

Secondo quanto ricostruito dal quotidiano romano, Calderon poteva anche contare su una talpa in servizio alla Squadra Mobile della questura di Roma, un anziano poliziotto vicino alla pensione. Ad accusare l'agente è stata l'ex compagna di Calderon: la donna sostiene di aver rubato una pistola durante una rapina in una gioielleria di Torre Maura e che proprio quella è stata in seguito l'arma utilizzata per uccidere Piscitelli. L'ex compagno, inoltre, sarebbe andato ad avvisarla che in un video ripreso dalla telecamera di sicurezza della gioielleria si poteva riconoscere il suo volto e la sua identità. La notizia, le disse il killer, gli era arrivata da una persona della Squadra Mobile a lui vicina.

Omicidio Diabolik, gli sviluppi sulle indagini

L'argentino Raul Esteban Calderon ha ucciso Diabolik con un colpo di pistola alla testa sparato il 7 agosto del 2019 al parco degli Acquedotti. Lui è stato l'esecutore materiale, ma ad oggi il mandante di quell'omicidio resta ancora ignoto. Omicidio aggravato dal metodo mafioso è l'accusa rivolta dai pm al killer. Secondo le ipotesi degli inquirenti colui che può aver ordinato l'agguato potrebbe essere Giuseppe Molisso, già individuato come mandante dell'omicidio di Shehaj Selavdi, ucciso in spiaggia tra i bagnanti e sempre da Calderon.

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