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Lucha y Siesta, presidio femminista alla Regione Lazio: “Insieme siamo invincibili, la casa non si chiude”

Un presidio sotto al palazzo della Regione Lazio a difesa di Lucha y Siesta, ancora una volta a rischio chiusura: “Non ci arrendiamo”.
A cura di Beatrice Tominic
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"Lucha siamo tutt3". Un’unica voce si è sentita nel pomeriggio di ieri, giovedì 12 ottobre 2023, davanti al palazzo della Regione Lazio, dove decine e decine di donne e non solo si sono riunite per protestare contro la delibera presentata dall'assessora alle Pari opportunità della Regione Simona Baldassarre.

La proposta prevede la ristrutturazione e la riassegnazione della casa delle donne in via Lucio Sestio che, come sottolineato dalle attiviste della casa, funziona senza necessità di cambiamenti: “Vogliono toglierci la possibilità di autodeterminarci – hanno spiegato le attiviste a Fanpage.it non appena appreso della delibera – La battaglia contro la Regione Lazio è aperta”.

Il blitz femminista davanti al palazzo della Regione

La prima fase della battaglia è iniziata ieri, con il presidio in via Cristoforo Colombo.

“Domani mattina cosa faranno? Vogliono cancellare il nostro atto di coraggio – hanno detto durante il presidio – Vogliamo e pretendiamo due cose fondamentali. La prima è che questa delibera venga stracciata prima ancora di essere discussa (la discussione, inizialmente prevista per la giornata di martedì, è stata rinviata, ndr). La seconda, che la Regione ci riceva. Ma non le attiviste di Lucha: deve ricevere l’intera rete femminista e transfemminista del Lazio. Noi non ci fermiamo”.

"Con Lucha y Siesta, contro la logica del profitto di Rocca", si legge in alcuni cartelli. "C'è bisogno di case, non di panchine", è il grido davanti ai 93 femminicidi che si contano soltanto nei primi nove mesi di questo 2023. "Siamo Luchadorxs, siamo marea", si legge sugli striscioni e sull'asfalto, scritto con i gessetti.

"Sanno che insieme siamo invincibili"

Sono state chiare le femministe che si sono riunite lungo via Cristoforo Colombo davanti al palazzo della Regione Lazio, radunatesi i in piazza Oderico da Pordenone. "Quest’attacco è perché sanno che quando ci riuniamo in cerchio diventiamo invincibili", continuano.

E a chi dice che sono dispiaciute soltanto perché, chiudendo Lucha, termineranno i corsi di twerk, rispondono twerkando, davanti alla Regione Lazio e sul patriarcato: “Non abbiamo paura del nostro corpo, che deve essere soggetto piuttosto che oggetto – dicono – Non abbiamo paura neanche di prenderci i nostri spazi”. E quello di Lucha è uno spazio che la Capitale, così come l’intera Regione Lazio, non può permettersi di perdere.

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