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Le foto di Patricia sbranata dai cani nelle chat, forse chi le ha condivise è tra gli operatori sanitari

Gli investigatori hanno ascoltato alcuni degli operatori sanitari che hanno soccorso Patricia Masithela sbranata dai cani a Latina. L’ipotesi è che sia tra loro chi ha scattato e diffuso le foto del suo corpo dilaniato nelle chat WhatsApp.
A cura di Alessia Rabbai
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Patricia Masithela
Patricia Masithela

Che a scattare le foto al corpo di Patricia Masithela sbranato dai cani fosse stato qualcuno che avesse accesso all'ambulanza e al pronto soccorso era chiaro. I poliziotti che indagano sui fatti hanno ascoltato alcuni degli operatori sanitari che hanno soccorso la ventiseienne, dopo l'aggressione avvenuta nella villa dell'ex fidanzato in via Piccarello a Latina a gennaio scorso. La ventiseienne è morta a causa delle ferite gravissime riportate dopo il morso dei cani.

L'ipotesi è che a scattare le foto siano state una o più persone tra i soccorritori, che le abbiano prima mostrate dal proprio smartphone, per poi condividerle nelle chat di WhatsApp. Come riporta Il Messaggero gli operatori ascoltati avrebbero motivato agli investigatori di aver fatto gli scatti per "studiare il caso di Patricia, molto complesso". Parte delle foto ritraggono la donna ancora viva ma in condizioni gravissime nell'ambulanza, altre quando era già morta su una barella del pronto soccorso. Le foto però non sono rimaste all'interno della memoria di un telefonino e utilizzate come "materiale di ricerca e studio", ma sono state condivise nelle chat WhatsApp di professionisti che lavorano nell'ambito sanitario ma non solo, anche di altre persone, fino ad arrivare alle amiche di Patricia.

Sulla vicenda della diffusione delle foto del corpo di Patricia smembrato al momento non risultano indagati, le indagini della Polizia coordinata dalla Procura sono in corso, per accertare eventuali responsabililtà. La famiglia di Patricia ha sporto denuncia, chiedendo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto, per capire come sia possibile che le foto della donna siano state diffuse, ledendone il ricordo. Suo cognato Fabio Pacini ha seguito il caso delle foto, intervistato da Fanpage.it ha definito il gesto di scattarle e condividerle "crudele e violento nei confronti della vittima e di noi famigliari".

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