73 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Dopo 10 anni risolto omicidio cold case: con quell’uccisione il clan Di Silvio prese potere a Latina

Dopo gli arresti che una settimana fa hanno decimato il clan Travali, adesso è la volta della famiglia Di Silvio a essere messe sotto scacco a Latina. Diverse persone sono state arrestate perché accusate di un omicidio risalente al 2010: secondo chi indaga, hanno ucciso un uomo per affermarsi come gruppo criminale egemone nella zona.
A cura di Natascia Grbic
73 CONDIVISIONI
Immagine

Questa mattina alcuni esponenti dei clan rom Ciarelli – Di Silvio sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Latina su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma. Sono accusati di un omicidio commesso nel 2010 nell'ambito di quella che è stata soprannominata ‘guerra criminale pontina', dove due clan si sono scontrati violentemente per prendere il controllo della zona di Latina. Questa guerra aveva visto da una parte i clan rom Ciarelli – Di Silvio, dall'altra famiglie non rom. Ad avere la meglio erano stati i primi, che con l'omicidio commesso nel 2010 hanno chiarito chi aveva la potenza di fuoco maggiore, candidandosi a controllare e ad avere egemonia sul territorio. Le accuse per le persone arrestate sono di omicidio aggravato dal metodo mafioso.

Una settimana fa colpito a Latina il clan Travali

Nemmeno una settimana fa la Direzione distrettuale antimafia aveva arrestato altre 19 persone accusate di far parte dei clan mafiosi Travali e Di Silvio. A finire sotto la lente degli investigatori in questo caso sono stati soprattutto gli esponenti della prima famiglia, anche loro gruppo egemone nella zona di Latina soprattutto per quanto riguarda lo spaccio e lo estorsioni. Per controllare le piazze di spaccio, il gruppo non si faceva problemi a usare le armi per intimidire i concorrenti e i gruppi rivali, che o pagavano ‘il pizzo', oppure dovevano lavorare per loro. Chi voleva comprare droga da qualcun altro, era minacciato con pistole e fucili, che gli esponenti del clan non si facevano problemi a usare: in caso di rifiuto, dovevano pagare 30mila euro. Secondo quanto emerso dalle indagini, oltre ad aver commesso un omicidio nel 2014, il clan prendeva di mira i concittadini che avevano la fortuna di vincere alla lotteria: li minacciavano di morte e pretendevano di avere ogni mese migliaia di euro. Le persone non li denunciavano perché avevano il terrore di ritorsioni o di essere uccise.

73 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views