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Covid 19

La rivolta dei licei occupati a Roma: “Didattica a distanza modello classista d’istruzione”

Sale a cinque il numero dei licei occupati nella città di Roma per protestare contro la gestione della pandemia da coronavirus e l’uso della didattica a distanza, definita un “modello classista d’istruzione”. “Siamo il futuro di questo paese – dicono gli studenti – è giusto che veniamo ascoltati e che si investa su di noi”.
A cura di Natascia Grbic
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Sono cinque i licei occupati a Roma: questa mattina alla lista si sono aggiunti anche gli studenti del Mamiani e del Visconti, in agitazione per la gestione della pandemia nelle loro scuole. Kant, Albertelli, Socrate e ora anche Mamiani e Visconti. Ma cosa chiedono i ragazzi, come mai hanno deciso di occupare gli istituti in piena pandemia? Fanpage.it è andata a parlare con gli studenti per capire le ragioni della protesta: al centro delle richieste dei ragazzi, il rientro in sicurezza nelle scuole (e quindi anche una maggiore attenzione al sistema dei trasporti pubblici, pieni nonostante l'emergenza coronavirus) e l'abbandono della didattica a distanza, definita "un modello classista d'istruzione che non consente il pieno diritto allo studio".

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L'occupazione in pandemia dei licei romani

"Siamo coscienti della gravità del covid e ci stiamo adoperando affinché si mantengano dappertutto le distanze di sicurezza – spiega uno studente del Socrate – all'entrata ognuno lascia il proprio nome e il numero di telefono, in modo da essere ricontattato nel caso ci sia un positivo a scuola. Si tratta di un minitracciamento necessario, senza contare che tutti ci siamo fatti il tampone prima di ieri". "Non ha senso accusare gli studenti di non essere sensibili al problema della pandemia – racconta un altro studente – per noi è centrale ed è anche uno dei motivi per cui abbiamo occupato". Dall'inizio dell'anno scolastico gli studenti chiedono di essere ascoltati, e dopo aver messo in scena varie proteste in tutta la città di Roma, hanno deciso di occupare i loro istituti. "È soprattutto il rientro in sicurezza – spiegano – il punto cardine su cui tutto ruota".

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"Dad modello classista di istruzione"

Tra le richieste degli studenti, il fatto di ripensare la didattica a distanza, un meccanismo che la stessa ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina ha ammesso non funzionare più. "La Dad non è una vera didattica perché non consente il pieno diritto allo studio ed è un modello classista di istruzione". Molti i ragazzi che non hanno potuto accedere alle lezioni perché privi di pc, tablet o anche di una connessione internet abbastanza veloce da poter seguire le lezioni. Senza contare che, in caso di più figli e case piccole, riuscire a studiare e allo stesso tempo fare lezione è praticamente impossibile. Punti focali sui quali gli studenti chiedono di prendere provvedimenti. "Siamo il futuro di questo paese: è giusto che veniamo ascoltati e che si investa su di noi".

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