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La ‘ndrangheta a Roma, smantellata una ‘locale’: gestiva panifici e pasticcerie nella Capitale

Ventisei indagati per mafia dalla Dia. Per gestire i loro affari gli ‘ndranghetisti facevano ricorso ad intestazioni fittizie così da ‘schermare’ e nascondere la reale titolarità delle società.
A cura di Enrico Tata
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Le mani della ‘ndrangheta sulle pasticcerie, sui panifici e sulle pescherie di Roma. Ma la ‘locale' smantellata in queste ore dalla Direzione investigativa antimafia gestiva e controllava anche aziende di ritiro pellami e degli oli esausti. Ventisei persone sono accusate di far parte di un'associazione per delinquere di stampo mafioso e in particolare di una locale di ‘ndrangheta a Roma. Per gestire i loro affari gli ‘ndranghetisti facevano ricorso ad intestazioni fittizie così da ‘schermare' e nascondere la reale titolarità delle società.

La vasta operazione coordinata dalla Dia è in corso a Roma e provincia, ma in generale in tutto il Lazio e anche nelle province di Cosenza e Agrigento. Gli uomini dell'antimafia stanno eseguendo le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Roma per i presunti membri dell'organizzazione che, è emerso dalle indagini delle forze dell'ordine, "si riproponeva anche il fine di commettere delitti contro il patrimonio e l'incolumità individuale, affermando il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio". Sono tuttora in corso perquisizioni in aziende e abitazioni private.

La locale di ‘ndrangheta, si legge ancora, era "radicata sul territorio della Captale" e aveva l'obiettivo di acquisire la gestione di aziende e attività economiche nei più diversi settori che, come ricordato, vanno da quello ittico a quello della panificazione e della pasticceria. Una locale di ‘ndrangheta è una struttura di coordinamento delle ‘ndrine che necessita di almeno 49 affiliati per la sua costituzione. L'apertura delle locali viene gestita dalla Locale di San Luca, detta ‘mamma'.

I presunti capi di questa ‘locale' romana sono Antonio Carso e Vincenzo Alvaro, appartenenti entrambi a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie di Cosoleto, Reggio Calabria. Il procedimento, ricorda la Dia, "versa tuttora nella fase di indagini preliminari, con la conseguenza che per tutti gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza".

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