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La mamma del militare ucciso nell’aggressione sulla Togliatti: “Lo hanno colpito alle spalle”

La mamma di Danilo Pipitone ha spiegato di non sapere perché il figlio fosse a Centocelle: “Lo hanno aggredito alle spalle, non si è potuto difendere”.
A cura di Alessia Rabbai
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Danilo Lucente Pipitone
Danilo Lucente Pipitone

"Lo hanno aggredito alle spalle e non si è potuto difendere". A parlare è Vita, la mamma del caporal maggiore Danilo Salvatore Lucente Pipitone, il militare quarantaquattrenne specializzato in Rianimazione e il servizio preso il policlinico militare del Celio, morto dopo un'aggressione all'angolo tra via dei Sesami e viale Palmiro Togliatti a Roma. In un'intervista rilasciata al Messaggero la donna, profondamente addolorata dall'improvvisa e violenta scomparsa del figlio, ha spiegato che Danilo era "meraviglioso, di professione faceva l'infermiere ed era sempre in prima linea per aiutare il prossimo, senza mai risparmiarsi".

Sulla dinamica dell'accaduto e sul movente si sa ancora molto poco e sono in corso gli accertamenti delle forze dell'ordine: "La polizia non ci ha detto ancora nulla – spiega la donna – ma pare sia stata già individuata una persona. Danilo non frequentava quella zona, non abitava lì e non sappiamo perché quella sera si trovasse in quel posto. Ora ciò che ci auguriamo è che venga trovato presto il responsabile e che nostro figlio abbia giustizia". Sulla drammatica vicenda ora la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per il reato di omicidio.

Il militare aggredito a Centocelle

Danilo Salvatore Lucente Pipitone la sera in cui sono accaduti i tragici fatti che hanno portato alla sua scomparsa si trovava a Centocelle, quando sarebbe rimasto vittima di quella che al momento pare abbia le caratteristiche di un'aggressione. Una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire. Ciò che è certo è che lo hanno massacrato di botte e gli hanno spaccato la testa. È stato poi ritrovato accanto alla sua auto in fin di vita.

Il personale sanitario accorso sul posto in ambulanza, lo ha preso in carico e trasportato in condizioni disperate al Polclinico Umberto I. Ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva in coma, ha lottato alcune ore tra la vita e la morte. Purtroppo le sue condizioni di salute erano troppi gravi e l'intervento dei medici che hanno tentato di salvarlo, non è bastato.

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