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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

La mamma di Willy Monteiro: “I fratelli Bianchi l’hanno ucciso perché era nero”

Secondo Lucia, la mamma di Willy Monteiro Duarte, il movente del razzismo non è da escludere: “Non l’ho mai detto, ma secondo me sì anche se nel processo non è stata riconosciuta”.
A cura di Enrico Tata
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La mamma di Willy Monteiro
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Willy Monteiro Duarte è stato ucciso a 21 anni nella notte del 6 settembre 2020 a Colleferro dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Nel corso del processo, sia di primo che di secondo grado, il movente del razzismo non è mai emerso, ma secondo Lucia, la mamma del ragazzo, non è da escludere: "Non l’ho mai detto, ma secondo me sì anche se nel processo non è stata riconosciuta. Non hanno picchiato nessun altro ragazzo, Samuele è stato allontanato con un calcio e lui è italiano. Si è fatto male ma niente di grave. L’unico picchiato a morte è stato Willy".

In un'intervista a La Repubblica la signora Lucia ha detto: "Io sono serena perché la giustizia fa il suo corso. Se odiassi questi ragazzi e gli augurassi del male, comunque Willy non tornerebbe. Gli auguro che la morte di Willy possa servire a cambiare qualcosa nelle loro vite. Ma devono riflettere su tutto il male che hanno fatto in quella sera di violenza. Dopo tre anni e mezzo, però, non mi sembra che l’abbiano fatto". 

Secondo la mamma di Willy i quattro ragazzi imputati per la morte di suo figlio "non hanno mai ammesso le loro colpe. L’unica cosa che fanno è accusarsi a vicenda. È terribile. Avrei preferito sin dall’inizio che avessero detto: “È stato un momento di follia, non abbiamo capito niente”. Lo accetterei, anche adesso. Invece ripetono di non aver fatto nulla a Willy. Questa leggerezza da parte loro mi fa troppo male".

Pincarelli ha inviato due lettere alla mamma di Willy, chiedendole di perdonarlo: "Appena le ho ricevute ho pensato che davvero si fosse pentito. Quando ho letto, ho sentito un gran dolore nel cuore. Non mi può chiedere perdono mentre dichiara di essere innocente. Anche se non lo avesse sfiorato, non ha comunque impedito quello che stava succedendo sotto ai suoi occhi. Ha lasciato mio figlio morire su quel marciapiede e se ne è andato al bar. Ha detto che non vedeva l’ora di andare a dormire. Ho pensato che mi avesse scritto per utilizzare quelle lettere a suo favore, la sua avvocata ha chiesto al giudice di metterle agli atti. Non accetto tutto questo".

Pochi giorni fa la Corte di Cassazione ha confermato le condanne per Belleggia e Pincarelli, che dovranno scontare 23 e 21 anni di reclusione, e ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado nei confronti dei fratelli Bianchi, condannati in appello a 24 anni a causa della concessione delle attenuanti generiche.

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