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La difesa di Fiore e Castellino: “Corteo fino a Cgil autorizzato da polizia”

Le sei persone arrestate dopo il corteo no Green Pass di sabato scorso e l’attacco alla sede della Cgil oggi sono comparse davanti al giudice delle indagini preliminari per la convalida dell’arresto. Hanno dichiarato che: “C’è stata una trattativa con la polizia, l’autorizzazione ci venne data”.
A cura di Alessia Rabbai
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"C'è stata una trattativa con la polizia per il corteo verso la Cgil e l'autorizzazione ci venne data. Abbiamo agito in modo che le cose fossero contenute e ordinate, per agevolare la polizia, e con la polizia abbiamo trattato". Sono le parole delle sei persone arrestate durante il corteo no Green Pass a Roma, la manifestazione che si è svolta sabato scorso a Piazza del Popolo durante la quale c'è stato l'assalto alla storica sede del sindacato a Corso d'Italia e al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Si tratta del rapprenetante di Forza Nuova Roberto Fiore e del capo di Roma del gruppo di estrema destra Giuliano Castellino, la militante Pamela Testa, il leader del gruppo "IoApro", Biagio Passaro, Luigi Aronica, ex Nar e Salvatore Lubrano. Oggi, giovedì 14 ottobre, si sono presentati davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma Annalisa Marzano in occasione dell'udienza di convalida dell'arresto. Castellino e Fiore ripercorrendo quanto accaduto lo scorso sabato hanno detto al giudice che si trovavano in piazza "per protestare contro l'obbligo di Green Pass, ma non come militanti di Forza Nuova, perché il movimento non è più operativo da venti mesi".

Aronica e Castellino sull'irruzione nella Cgil hanno dichiarato di non essere mai entrati nella sede, Fiore ha detto invece di essere entrato solo quando dentro c'erano già i poliziotti. Gli arrestati hanno dichiarato che durante la manifestazione no Green Pass "alcuni facinorosi sono sfuggiti al controllo e hanno preso il sopravvento – mentre il loro intento alla Cgil – era quello di fare un sit-in". La difesa rappresentata dagli avvocati Carlo Taormina e Paolo Colosimo ha chiesto la scarcerazione per gli indagati i quali sono accusati a vario titolo, di devastazione, saccheggio e istigazione a delinquere. Ora la decisione ultima spetta al giudice, che dovrà stabilire se rimetterli in libertà o confermare la misura cautelare.

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