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Kitesurfer risucchiato da elicottero, l’ammiraglio: “Nessun incidente, è stata colpa del vento”

Continua il processo sul ferimento del kitesurfer nella spiaggia di Torre Flavia a Ladispoli. Chiamato a testimoniare, l’ammiraglio ha negato l’incidente e ha dato la colpa al forte vento.
A cura di Beatrice Tominic
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Kitesurfer risucchiato dalle pale di un elicottero a Ladispoli via Litorale Tv
Kitesurfer risucchiato dalle pale di un elicottero a Ladispoli via Litorale Tv

È stato scaraventato sulla spiaggia di Torre Flavia a Ladispoli mentre faceva kitesurf ed è rimasto gravemente ferito: questo è quanto accaduto al 53enne Alessandro Ognibene, precipitato da 10 metri, dopo essere stato risucchiato da un elicottero militare, il CH47C Ermes 50, che stava sorvolando la zona per un'esercitazione. I fatti risalgono al primo pomeriggio del 3 ottobre del 2018 ed è ancora in corso il processo per quanto avvenuto: seconda la difesa non si tratterebbe di un incidente, la colpa sarebbe da imputare al vento.

"Nessun incidente, lo ha stabilito anche un'inchiesta interna", queste le parole rivolte dall'ammiraglio della Marina Militare alla giudice di pace di Civitavecchia nel corso dell'ultima udienza, riportate da il Messaggero.

L'ultima udienza

Nel corso dell'ultima udienza, come anticipato, è stato proprio l'ammiraglio a prendere parola: così come i due piloti, anche lui è imputato per lesioni colpose. Chiamato a testimoniare in aula, ha risposto alle domande della giudice, della pubblica accusa e dei legali della parte civile e della difesa spiegando che non si tratterebbe di un incidente. "Nessuno tra gli elicotteri si era disallineato dalla rotta – ha spiegato, ricordandosi di quanto visto in quel tragico pomeriggio dall'Osservatorio della caserma di Furbara, a Cerveteri – I piloti avevano tutti rispettato i compiti che gli erano stati assegnati volando ad un'altezza di 500 piedi in base alle regole del volo".

Ognibene, secondo il suo racconto, non sarebbe stato risucchiato dal bipala: a farlo precipitare e a provocargli le gravi ferite per oltre 90 giorni, invece, sarebbe stato il forte vento.

Gli interrogativi sulla vicenda

I militari hanno sempre sostenuto di non essersi neppure accorti dell'incidente di Ognibene: allora perché, come invece è stato sostenuto dall'accusa e da diversi testimoni che si trovavano sulla spiaggia al momento dello schianto, sarebbero tornati indietro? Questo è soltanto uno degli interrogativi che persistono sulla vicenda: gli altri riguardano soprattutto i tre aeromobili. Proprio quello che avrebbe risucchiato il kitesurfer sarebbe stato l'unico su 14 mezzi a non avere la scatola nera a bordo.

Impossibile risalire ai dati su altezza e orario di volo anche per l'elicottero che viaggiava al suo fianco a causa di una sovrascrizione di dati. "Difficile pensare ad una coincidenza", ha commentato l'avvocato del kitesurfer. I primi due testimoni che hanno soccorso il kitesurfer, un uomo che ha praticato la rianimazione e la moglie che ha allertato i soccorsi, hanno inoltre raccontato di aver visto gli elicotteri volare sopra la spiaggia.

A questi interrogativi si aggiunge la mancata comunicazione dell'esercitazione: il sindaco di Ladispoli ha dichiarato di non aver mai ricevuto comunicazioni a riguardo: proprio per questa ragione non ha disposto nessuna ordinanza per impedire l'accesso dei cittadini in spiaggia.

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