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Jet militari ed elicotteri per i 100 anni dell’Aeronautica: è così che l’Italia ripudia la guerra?

Si sono tenute oggi le celebrazioni per il centenario dell’Aeronautica Militare, tra aerei militari a bassa quota ed elicotteri in formazione di guerra.
A cura di Beatrice Tominic
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Rombi di motore e aerei da guerra in volo per i 100 anni dell'Aeronautica Militare. Ne avevamo davvero bisogno? Probabilmente no.

Eppure è questo lo spettacolo al quale ha assistito chiunque si sia trovato nella capitale questa mattina: mentre alla Terrazza del Pincio si tenevano le celebrazioni per il centenario dell'Aeronautica, le Frecce Tricolori hanno squarciato il cielo di Roma.

Dopo piazza del Popolo invasa dal villaggio aeronautico dell'Air Force Experience nei giorni scorsi, la terrazza di Villa Borghese questa mattina è stata vestita a festa, con spalti blu pronti ad accogliere le cariche istituzionali. E come da protocollo c'erano proprio tutti: la premier Giorgia Meloni in bianco, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani con tanto di uniforme dell'aeronautica addosso. E poi il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il governatore del Lazio Francesco Rocca. Tutti in prima fila, in piedi, a rendere omaggio. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha anche passato in rassegna le truppe, mentre Meloni si arrampicava su un aereo da guerra immaginandosi top gun.

Davanti a loro persone vestite in alta uniforme o in tenuta militare, soldati e soldate sull'attenti, con caschetti, giubbotti antiproiettile e fucili sotto il braccio. Un 2 giugno anticipato, un bis di esibizione militare nella capitale mentre la guerra è tornata a essere guerreggiata in Europa non può che stonare.

In volo si sono alzati 8 Eurofighter, 6 F35 e 8 T346, i 22 velivoli da guerra hanno disegnato il numero, ovvero le candeline spente oggi dall'aviazione in diviso. In tutto sono stati 74 i velivoli che sono passati sulle teste dei romani prima dell'esibizione della pattuglia acrobatica, le famose Frecce Tricolori.

Una esibizione che forse ci potevamo risparmiare mentre il linguaggio bellico è tornato a informare le nostre vite, mentre l'orizzonte di un continente in pace si allontana sempre di più e mentre la lingua della guerra sembra essere l'unica ammessa.

E non è strano che qualcuno sia rimasto un po' inquietato dai rombi dei jet a bassa quota e vedendo gli elicotteri di guerra volare in formazione. Ci dobbiamo abituare al rumore della guerra?

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Nata a Firenze nel 1996, vivo a Roma da sempre: su Fanpage.it racconto cosa succede proprio nella capitale cercando di dare voce a chi non riesce a farsi sentire. Diventata giornalista pubblicista nel 2021, sono laureata in Scienze della Comunicazione e in Informazione, Editoria e Giornalismo nell'università di Roma Tre, dove per anni mi sono battuta per i diritti degli studenti come rappresentante e sono stata responsabile del periodico ufficiale di ateneo, CulturArte. Ho scritto per alcune testate online, come Corretta Informazione e il Confronto Quotidiano per cui mi sono occupata di questioni di genere e femminismo intersezionale e nel settembre 2021 ho partecipato alla Summer School sull'Ecologia Digitale di Camogli.
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