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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Indagato il boss Michele Senese ‘O pazz’: c’è lui dietro all’omicidio di Diabolik

Ci sarebbe Michele Senese dietro all’omicidio di Fabrizio Piscitelli avvenuto al parco degli Acquedotti il 7 agosto 2019. Stando a quanto riporta La Repubblica, il capo della camorra a Roma è stato iscritto ufficialmente sul registro degli indagati.
A cura di Enrico Tata
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Chi è il mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli, in arte Diabolik, avvenuto al parco degli Acquedotti il 7 agosto 2019? Per la prima volta, stando a quanto riporta Giuseppe Scarpa sul quotidiano La Repubblica, i pm hanno iscritto sul registro degli indagati un nome che è stato sussurrato più volte nel corso delle indagini e che ora entra ufficialmente nell'inchiesta sulla guerra tra gruppi criminali che si è scatenata dopo l'esecuzione dell'ex ultras della Lazio. Il nome è quello di Michele Senese, O' Pazzo, capo della camorra a Roma.

Perché Fabrizio Piscitelli è stato ucciso

Nelle indagini, come ricostruito ieri dal pm Mario Palazzi, sono comparsi già i nomi di due uomini vicini a Senese, Giuseppe Molisso e Leandro Bennato, che la gang degli albanesi di Piscitelli ha cercato di uccidere più volte.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, Diabolik avrebbe alzato troppo la testa insieme alla sua banda, con cui gestiva l'immensa piazza di spaccio di Roma Nord. Con il boss Senese in Carcere, Piscitelli avrebbe voluto espandere i suoi profitti senza passare dalla camorra romana. E per questo affronto Michele ‘o pazz' avrebbe dato l'ordine: l'assassinio di Piscitelli ha come esecutore materiale, per i pm, Raul Esteban Calderon, che è attualmente sotto processo.

Il contesto criminale da cui nasce l'uccisione di Diabolik

Nell'udienza di ieri il pm Palazzi ha sottolineato che per la procura questo omicidio nasce "nasce in un contesto di contrapposizioni e con modalità tipiche dei contesti criminali di tipo associativo". 

A seguito dell'omicidio di Piscitelli, ha spiegato Palazzi, "emerge netta la contrapposizione tra contesti criminali che inizialmente agivano sotto la medesima bandiera e che invece vanno in contrapposizione". 

Dopo il delitto del Parco degli Acquedotti, il gruppo degli albanesi legati al mondo degli Irriducibili della Lazio si è organizzato per reperire informazioni dettagliate sull'omicidio stesso e per organizzare una reazione.

Ci sono due momenti legati a questa reazione, secondo Palazzi: il tentato omicidio di Leandro Bennato e la pianificazione dell'omicidio, fallito, di Giuseppe Molisso. Cioè i due che venivano riconosciuti come corresponsabili dell'omicidio Piscitelli. Una ricostruzione resa possibile, ha spiegato ancora il pm, grazie alle chat e alle conversazioni acquisite in ambito di indagine. In quelle comunicazioni è evidente il motivo della reazione del gruppo degli Albanesi e le motivazioni dell'uccisione di Piscitelli.

In più, ha spiegato ancora la procura, negli ultimi mesi sono arriviate prove in questo senso anche dai fratelli Capogna, fortemente inseriti nel narcotraffico romano. Entrambi, ha detto Palazzi, "hanno riferito circostanze estremamente utili per ricostruire il contesto criminale in cui nasce l'omicidio Piscitelli e i motivi plausibili della eliminazione di Diabolik in quel modo così plateale. Si tratta quindi di un materiale di grandissima rilevanza probatoria essenziale per ricostruire i fatti per cui è stato imputato Calderón".

Il boss Michele Senese e il delitto del Parco degli Acquedotti

Il nome di Senese era già uscito un anno fa per un'intercettazione in carcere: "Non ti posso dare un cucchiaino di polvere, l'apro e vi do un cucchiaino di polvere ad ognuno, ve lo mettete dentro al brodo". La "polvere" a cui faceva riferimento era quella delle ceneri di Fabrizio Piscitelli.

Nel 1982 sarebbe stato Carmine Alfieri, capo della camorra napoletana, a decidere di spedire a Roma Michele ‘o pazz, che in pochi anni riesce a conquistare la Capitale. Dal 2014 è in carcere con la condanna all'ergastolo per l'omicidio di Giuseppe Carlino, ucciso nel 2001 a Pomezia.

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