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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Dopo l’omicidio di Diabolik, a Roma è scoppiata una guerra tra i signori della droga

L’omicidio di Fabrizio Piscitelli ha dato il via a una vera e propria guerra tra i signori della droga. Da una parte la camorra del clan Senese e dall’altra gli albanesi della banda Diabolik.
A cura di Enrico Tata
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Da sinistra Peppe Molisso, Michele Senese, Fabrizio Piscitelli, Elvis Demce e Leandro Bennato
Da sinistra Peppe Molisso, Michele Senese, Fabrizio Piscitelli, Elvis Demce e Leandro Bennato
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Il delitto del Parco degli Acquedotti ha scatenato la tempesta perfetta a Roma: l'omicidio di Fabrizio Piscitelli ha dato il via a una vera e propria guerra tra i signori della droga. Da una parte la camorra del clan Senese e i suoi alleati e dall'altra gli albanesi della banda Diabolik.

L'omicidio Diabolik e i suoi mandanti

Diabolik viene ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto del 2019 a Roma. Secondo gli inquirenti e secondo la banda degli albanesi i mandanti dell'esecuzione dell'ex capo degli irriducibili sono Leandro Benato e Peppe Molisso, vicini al clan camorristico di Michele Senese ‘o pazz'. Da quel momento inizia una lunga scia di sangue nella Capitale, tra tentate vendette e ritorsioni.

L'ascesa di Piscitelli nel mondo della malavita romana

La storia criminale di Diabolik inizia tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Piscitelli si fa spazio tra gli Irriducibili della Lazio e nella malavita romana, diventando leader dell'ala più violenta della tifoseria biancoceleste e legandosi a Michele Senese, che a Roma è uno dei re della criminalità organizzata e garante di una ‘pax  romana' fra i vari gruppi mafiosi e narcotrafficanti. E grazie all'appoggio della camorra, sicuri della loro protezione di Senese, Diabolik, il suo sodale Fabrizio Fabietti e la loro banda di albanesi inondano di cocaina la Capitale.

L'ascesa di Piscitelli nel mondo criminale romano è inarrestabile: probabilmente fino all'omicidio del parco degli Acquedotti quello di Diabolik era il più forte e organizzato gruppo criminale dedito al narcotraffico con base nella Capitale. Centinaia di chili di cocaina e hashish, milioni di euro movimentati e gestiti sul piano logistico da Fabrizio Fabietti e Dorian Petoku. Proprio Petoku, braccio destro dell'albanese Elvis Demce, era uno dei principali fornitori dell'associazione criminale guidata dal capo degli Irriducibili. Il legame con Fabietti e Diabolik è strettissimo, tanto che i due gli offrono le loro batterie di pugili da utilizzare per il recupero crediti.

Perché è stato ucciso Diabolik

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, probabilmente Piscitelli era diventato troppo potente e non voleva sottostare più ai patti stabiliti con Michele Senese. Forse non pagava più quanto dovuto alla camorra e per questo è stato ucciso. Ma quell'omicidio ha dato il via, come abbiamo detto, a una vera e propria guerra criminale, che rompe il patto di non belligeranza che da molti anni veniva rispettato dai diversi gruppi e di cui era garante il boss Senese.

La scia di sangue che segue il delitto Piscitelli

Tutto inizia, come abbiamo scritto, il 7 agosto del 2019 con il delitto del Parco degli Acquedotti. Il 14 novembre dello stesso anno comincia la vendetta degli albanesi, con il tentato omicidio di Leandro Bennato a Boccea. La banda Diabolik riteneva responsabile materiale dell'uccisione di Pisicitelli Raul Esteban Calderon, attualmente a processo per il delitto. Quest'ultimo era il braccio destro dei fratelli Enrico e Leandro Bennato, ritenuti mandanti dell'esecuzione con il benestare di Michele Senese. I fratelli Bennato sono i nipoti di Walter Domizi, detto “Il Gattino”, boss del narcotrafficio a Primavalle, Ottavia e Casalotti.

La faida continua con il tentato omicidio del braccio destro di Diabolik, Fabrizio Fabietti, vittima di due tentati omicidi il 14 e il 25 novembre. Si salva per miracolo, paradossalmente grazie al fatto che viene arrestato come uno dei capi della banda di Piscitelli.

Gli albanesi ritengono mandante dell'omicidio Diabolik anche Giuseppe Molisso, e anche lui è vittima di un tentato omicidio. Detto Peppe, napoletano trapiantato a Roma, è vicinissimo a Michele Senese e si è ritagliato un ruolo rifornendo stabilmente buona parte delle piazze di spaccio di Tor Bella Monaca. È in carcere per il tentato omicidio dei fratelli Alessio e Emanuele Costantino, figli di ‘Er Verdura’, avvenuto il 13 luglio 2021 in viale dell’Alessandrino. L'esecutore materiale è ancora una volta Raul Esteban Calderon.

L'omicidio Selavdi Shehaj

Molisso e Calderon sono al centro di un altro terribile omicidio che si inserisce in questa guerra criminale: Selavdi Shehaj 38 anni, albanese, assassinato a settembre 2021 in pieno giorno a colpi di pistola tra i bagnanti, mentre pulisce la spiaggia dello stabilimento Bora Bora a Torvaianica. La morte di Shehaj, ritengono i magistrati, è la risposta al tentato omicidio di Bennato.

La vendetta degli albanesi

Ma chi è che ha dato l'ordine di uccidere Molisso e Bennato per vendicarsi della morte di Piscitelli? Sarebbe stato Elvis Demce, uno dei capi degli albanesi, una figura apicale del narcotraffico internazionale. Negli anni lui è altri sono cresciuti accanto a Piscitelli in Curva Nord, condividendo il tifo per la Lazio. Gli Irriducibili, tra l'altro, hanno dedicato uno striscione proprio a Demce e Diabolik.

La guerra criminale sotto l'ombra di Michele Senese

Questa guerra tra bande rivali si combatte sotto l'ombra del re criminale della Capitale, Michele Senese ‘o pazz'. La camorra è attiva a Roma fin dagli anni '90 e opera soprattutto nell'area sud della Capitale, zona Tuscolana-Cinecittà. Senese è in carcere con l'accusa di essere il mandante dell’omicidio di Giuseppe Carlino ed è stato recentemente condannato a 15 anni per estorsioni ed usura aggravati dal metodo mafioso.

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