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In pronto soccorso dopo una rissa, giovane aggredisce infermiera e dottoressa: “Putt*ne, visitatemi”

Il ragazzo, portato in ospedale in codice verde, non voleva aspettare nemmeno il risultato del tampone e pretendeva di essere visitato immediatamente. Sul posto è intervenuta la polizia.
A cura di Natascia Grbic
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Pretendeva che lo visitassero prima degli altri e non voleva aspettare nemmeno il risultato del tampone: così questa mattina alle 6 un ragazzo in attesa al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni ha aggredito verbalmente una dottoressa e un'infermiera, gridando loro parole come ‘zoccole' e ‘puttane'. Secondo quanto appreso da Fanpage.it non si trattava di una persona con problemi psichici, che magari non era in grado di comprendere la gravità delle proprie azioni. No, si trattava di un giovane prepotente e prevaricatore arrivato al pronto soccorso dopo una rissa notturna e che non aveva nessuna intenzione di aspettare il suo turno. Non perché fosse ferito: il giovane è stato portato in ospedale in codice verde, stava bene e i medici hanno quindi dato la precedenza alle urgenze. Dopo appena qualche minuto, mentre ancora aspettava il risultato del tampone, ha cominciato a offendere la dottoressa e l'infermiera. In un primo momento le due lo hanno ignorato, ma dopo l'ennesima offesa è stata chiamata la sicurezza e la polizia di stato, che hanno provveduto a placare la situazione.

La reazione della direzione del San Giovanni

L'ennesimo episodio di violenza ai danni del personale sanitario ha suscitato la reazione della direttrice generale dell'azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata, Tiziana Frittelli. "Dobbiano dire basta con forza: siamo di fronte a un cortocircuito culturale che va immediatamente interrotto – ha dichiarato in una nota – Serve tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica. Dobbiamo tutti fare quadrato al fianco di chi lavora in prima linea. È aberrante che la violenza si scateni sempre su chi è comunque presente, disponibile a prestare assistenza h24. Per superare questo stallo culturale, questa barriera di divisione con gli utenti, c’è bisogno di tutti: della politica, che sappia lanciare una vera riforma organizzativa del sistema, adeguandolo al nuovo quadro sociale ed epidemiologico; delle organizzazioni sanitarie, che debbono mostrare sensibilità consapevole dei problemi di tutti gli operatori e professionisti e, innanzitutto, della stampa, che non colpevolizzi le strutture e gli operatori proprio nei momenti di massima crisi. I cittadini devono saper apprezzare e preservare il bene prezioso del nostro Servizio sanitario e dei suoi eccellenti operatori. È miope cercare le cause all'interno delle nostre strutture".

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