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In migliaia per il corteo della gioventù transgender: “Le nostre vite contano, ci state ammazzando”

Un fiume rosa, bianco e azzurro ha invaso oggi le strade di Roma: in migliaia hanno partecipato al corteo ‘Protect Trans Youth’ per la visibilità delle persone transgender. Al centro delle rivendicazioni, la carriera alias e l’abbattimento di ogni discriminazione. “Esistiamo anche noi, non siamo invisibili”.
A cura di Natascia Grbic
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Sono migliaia le persone scese in piazza oggi a Roma per partecipare al corteo nazionale ‘Protect Trans Youth‘. Al grido di "le nostre vite contano, ci state ammazzando", in tantissimi hanno sfilato dall'Esquilino a piazza Madonna di Loreto, dove è stato allestito un palco in cui chiunque potesse prendere parola. Una bandiera lunga cinquanta metri con i colori azzurro, rosa e bianco, caratteristici delle persone transgender e non binarie, ha accompagnato tutta la manifestazione. La stessa bandiera che è stata srotolata sulle scale del Campidoglio, dando vita a un flash mob che ha chiuso simbolicamente il corteo.

"Hanno paura di noi e dicono che siamo pericolosi, ma siamo noi a subire la violenza dei professori, delle istituzioni. Viviamo nella costante paura di essere aggrediti", le parole dal parco di Madonna di Loreto di Gioele Lavalle, fondatore e presidente di Gender X, che ha organizzato la manifestazione.

Nel suo intervento, Lavalle ha posto l'accento anche sulla situazione scolastica, uno dei punti fondamentali di rivendicazione del corteo. "Un liceo romano diceva di aver adottato la carriera alias, ma quando un ragazzo è andato lì per richiederla gli hanno detto che era contro la legge. Basta, siamo stanchi di prese in giro: vogliamo una norma ministeriale, vogliamo l'autorizzazione del ministero".

Sul palco anche Cristina Leo, psicologa e vicepresidente di Gender X. "Anche io sono stata vittima di bullismo – ha raccontato – ho perso due anni di scuola, non permetteremo che accada questo ai nostri ragazzi. Meloni e Roccella, avete sentito? Fuori i Pro Vita dai programmi scolastici".

Tantissime le persone intervenute sul parco, soprattutto giovanissimi che hanno condiviso le loro esperienze. La speranza e l'obiettivo comune, quello di abbattere le discriminazioni e poter essere finalmente visibili agli occhi della società e delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che spesso fanno finta che le persone trans non esistono.

Una delle richieste più sentite arrivate dalla piazza è quella di poter accedere alla carriera alias nelle università e nelle scuole. Si tratta della possibilità che alcuni istituti stanno adottando di usare il nome di elezione invece che quello anagrafico. Negli interventi è stata anche ricordata Cloe Bianco, la professoressa morta suicida la scorsa estate nel bosco tra Auronzo e Misurina.

Dal parco è intervenuta anche la coordinatrice dell'Ufficio diritti LGBTQI+ del Campidoglio Marilena Grassadonia. Nel suo intervento Grassadonia ha ricordato l'episodio di ieri avvenuto al liceo Cavour, dove una professoressa di religione ha strappato un cartello creato dagli studenti proprio per la giornata internazionale della visibilità transgender.

"Quanto accaduto ieri al liceo Cavour è vergognoso – ha dichiarato -, strappare un manifesto vuol dire insultare la vita di persone in carne e ossa: noi ci batteremo perché questo non accada mai più e per l'introduzione delle carriere alias. Sempre più spesso a chiedercelo sono proprio i genitori di questi ragazzi, perché vogliono che i loro figli vivano e crescano in un ambiente sicuro. Andiamo avanti insieme in questa battaglia di civiltà".

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