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In migliaia a Roma per lo sciopero transfemminista dell’8 marzo: “Contro guerre, violenza e povertà”

Sono migliaia le persone scese in piazza oggi a Roma, così come in tutta Italia, per lo sciopero transfemminista globale dell’8 marzo. Durante il percorso del corteo, un blitz ad Acea e un flash mob per ricordare la strage di Cutro.
A cura di Natascia Grbic
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"Contro guerre, violenze e povertà: sciopero ecotransfemminista": così recita lo striscione di apertura della manifestazione organizzata per lo sciopero dell'8 marzo da Non una di meno. In migliaia sono scese in strada per sfilare in un serpentone che da Ostiense è arrivato fino a largo Bernardino da Feltre. Una marea festante, colorata, ma anche furiosa, che ha ricordato femminicidi, transcidi, guerre e stragi in mare.

"È fondamentale essere in piazza l'8 marzo – spiega una manifestante – si continua a dire che è il giorno della festa della donna, quando invece l'8 marzo è un giorno di lotta e rivendicazione".

Il blitz ad Acea e il flash mob per Cutro

Il corteo romano si apre con una contestazione ad Acea in solidarietà con le lavoratrici che hanno denunciato comportamenti vessatori da parte dell'amministratore delegato Fabrizio Palermo. "Partiamo da qui: questo è l'esempio di quanto sia sistemica e strutturale la violenza", dicono le attiviste dal camion. Il corteo è poi proseguito per via Marmorata, piazza dell'Emporio, ponte Sublicio, viale Trastevere, per poi arrivare a largo Bernardino da Feltre, dove si è sciolto. Non prima di aver ricordato una delle più grandi stragi in mare che siano avvenute negli ultimi anni: quella di Cutro, avvenuta la notte del 26 febbraio.

Decine di persone si sono sdraiate in strada per ricordare la strage dei migranti avvenuta appena due settimane fa, nella quale sono morti donne, uomini e bambini che scappavano da guerra e povertà. "A uccidere queste persone – dicono – non è stata la furia delle onde, ma le politiche dei confini. Questi duecento metri non sono uno spazio vuoto, ma lo spazio di una scelta politica".

Le rivendicazioni della piazza

"Il presente che abitiamo ci mostra uno scenario sempre più dominato da spinte globali neoautoritarie, che rimettono al centro del dibattito e delle pratiche politiche il paradigma della guerra militare e sociale – spiega Non Una di Meno in una nota – All’interno di questa cornice, l’affermazione elettorale della destra razzista e antiabortista sta determinando una serie di trasformazioni del welfare in chiave familista che accentuano linee di oppressione già esistenti al grido “Dio, patria e famiglia”.

Sciopero contro i lavori sottopagati e precari, contro i femminicidi i transicidi, gli stupri e le molestie, per una sanità pubblica accessibile a tutti, contro la retorica del merito, il razzismo, le guerre, i ruoli di genere, per una transizione ecologica ed energetica equa.

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